Un confronto per cercare di ricucire un rapporto difficile, dopo la lettera di dimissioni dei 18 esponenti di zona franca. Quasi 4 ore nelle quali la delegazione del partito dei socialisti e dei democratici, guidata dal segretario e dal presidente, ha ricordato le proprie posizioni, confermate anche quelle degli esponenti della corrente interna. Nonostante l’ estremo tentativo di Giuseppe Morganti di non spezzare il cordone con Zona Franca, la decisione di lasciare il partito e’ stata confermata, anche se – hanno detto i suoi rappresentanti - 'rimaniamo nell’alveo del centro sinistra, proseguiamo nell’idea dell’ alternanza alla dc e pensiamo che comunque il nostro ex partito resti il referente principale, cercheremo con lui cammini comuni da percorrere, ma dovrà dimostrare più coraggio – ha detto Marino Zanotti - e liberarsi di certi metodi di governo che a noi non piacciono. Ci fa piacere che abbiano respinto le dimissioni. E da domani inizia il dialogo con forze politiche quali Rifondazione Comunista, Psd, Nuova San Marino Ap e Sammarinesi per la Libertà'. Questa la posizione di Zona Franca. Il tavolo dunque si chiude e le parti rimangono distanti. 'Un dibattito – ammette il presidente Morganti – nel quale abbiamo fatto la storia del passato e analisi future. Tra noi e Zona Franca piu’ differenze di percezione che di contenuti: le politiche della corrente interna sono politiche dalle quali il Psd non ha mai fatto marcia indietro, alla luce anche del documento approvato in consiglio di direzione. E per la fine di agosto, dal 29 al 2 settembre abbiamo convocato tutte le forze politiche per parlare di riforma della legge elettorale'.
Riproduzione riservata ©