Al momento è tutto fermo, visto il periodo, ma a settembre San Marino attende una chiamata dall’Italia per riallacciare i tavoli di confronto tra i due stati. L’accordo di cooperazione vero e proprio è sospeso, dopo le integrazioni chieste dal Titano. Prima c’è da risolvere il nodo della fiscalità e non sono mancati nei primi sei mesi dell’anno, gli incontri tra le due delegazioni tecniche in materia: sia che si tratti di doppia imposizione per i frontalieri, sia per le difficoltà incontrate della aziende sammarinesi nell’interpretazione dell’Esterovestizione, sia sulla creazione di una piazza finanziaria. San Marino aveva chiesto un nuovo incontro per la fine di luglio, ma la bufera tutta italiana legata al vice ministro Vincenzo Visco e ai rapporti con la Guardia di Finanza ha fatto saltare il faccia a faccia. Di nuovo – nei rapporti bilaterali – c’è l’invio nei giorni scorsi della controproposta sammarinese sui frontalieri: diritti, sanità e ammortizzatori sociali, nonché fiscalità. Documento già sul tavolo della Farnesina, dopo il confronto interno con associazioni di categoria e organizzazioni sindacali. Ma la delegazione sammarinese è pronta, alla ripresa di settembre, anche sul piano della fiscalità, vero nodo nel rapporto bilaterale, dopodiché si aprirà la strada per giungere all’accordo di cooperazione tra i due stati. Sul fronte diplomatico, partirà la prossima settimana la lettera della segreteria affari esteri ai vertici dell’Unione Europea per un rafforzamento dei rapporti.
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