"Siamo soddisfatti - commentano i rappresentanti del comitato - abbiamo ricevuto appoggio da tutte le forze politiche e speriamo che si trasformi presto in atti concreti, con la discussione in aula consiliare. Gli ultimi faccia a faccia sono stati proprio con i due partiti maggiori che ancora mancavano all’appello. Dal partito dei Socialisti e Democratici viene piena condivisione delle ipotesi di riforma, dalle coalizioni prima di andare al voto alla possibilità di tornare alle urne, in caso di scioglimento della maggioranza. Ma se le convergenze con il Psd apparivano scontate, l’aspetto nuovo è rappresentato dall’apertura del partito Democratico Cristiano alla possibilità di coalizioni prima del voto, al meccanismo che premia la maggioranza, così come alle norme antiribaltone. Resta invece da approfondire il capitolo dedicato al voto estero, che nella sostanza non viene affrontato dalla proposta di iniziativa popolare. L’unica novità infatti è rappresentata dalla possibilità, per ciascuna delle liste elettorali, di recarsi all’estero – a spese dello stato – per presentare il proprio programma, all’interno delle diverse asociazioni sammarinesi; mentre il meccanismo di voto resta lo stesso. “La democrazia cristiana – dice il capogruppo Gabriele Gatti – dedicherà proprio al voto estero un consiglio centrale”. Dal parlamentino dc, fissato per i prossimi giorni, usciranno con tutta probabilità le proposte da portare in aula consigliare. Così come faranno anche gli altri partiti. Altro discorso non condiviso riguarda la presenza femminile in Consiglio: la situazione – per la democrazia cristiana - deve maturare da sola, non riservando la terza preferenza alle donne. Chiuso, dunque, il giro di incontri politici, lunedì il comitato depositerà in Segreteria Istituzionale il progetto di riforma elettorale, in attesa che al più presto venga inserito all’ ordine del giorno consiliare.
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