Nessun impegno scritto con il Psd in tema di riforme. Il segretario Dc Pier Marino Menicucci conferma che lunedì il suo partito inizierà ad affrontare l’argomento nella direzione allargata al gruppo consiliare. Riunione nella quale saranno prese in esame le problematiche relative all’ultima parte della riforma e dove la Dc ammette la propria disponibilità a ragionare con il Psd: 'vogliamo ammodernare lo stato - ammettono i vertici democristiani - una posizione storica la nostra, fermo restando che le peculiarità devono essere mantenute'. E lunedi’ sul tavolo non mancheranno di pesare le decisioni dell’alleato di governo, quel Psd che ha confermato alcuni punti fermi delle riforme per Reggenza e Congresso di Stato: prevedere la sospensione del consigliere che entra a far parte del Governo e il ruolo superpartes dei Capi di Stato, ruolo che dovrà essere valorizzato con la sospensione per il semestre dall’incarico consigliare. Temi sui quali il Pdcs dovrà sciogliere dei nodi all’interno stesso del partito. Divergenti infatti appaiono le posizioni sul ruolo della Reggenza: non tanto una sua uscita o meno dal Congresso, cosa sulla quale la DC sembra disposta a ragionare, quanto la sua sospensione, e il fatto che i membri del governo debbano essere sostituiti per la durata del loro mandato. “Non siamo disposti a percorrere strade che snaturino il nostro ordinamento,- conclude Pier Marino Menicucci, - al di la del fatto che l’ultima parola, in tema di riforme istituzionali, debba essere frutto della convergenza di tutte le forze politiche, anche la più piccola”.
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