Il fascicolo aperto in tribunale nel 2010, ricordano Casali e Morri, ruotava attorno a un gendarme, Ivano Stefanelli, indiziato per aver intercettato una mail della segreteria esteri. Vicenda di cui era venuto a conoscenza un altro Gendarme. Il brigadiere William Dall'Olmo aveva incontrato gli allora segretari Mularoni, Casali e Morri, per informarli delle confidenze ricevute dal collega. Le successive indagini hanno portato in primo grado il Commissario Di Bona ad archiviare il procedimento per insufficienza di prove e per carenza legislativa rispetto alla fattispecie del reato. Cosa confermata in appello dal giudice Brunelli, dopo il ricorso presentato proprio da Casali e Morri. Ma l'ordinanza va oltre, e pur in presenza di un reato prescritto, sottolinea come "il ritardo e la scarsa incisività delle indagini di allora, hanno impedito di compiere atti a sorpresa che avrebbero potuto documentare l'eventuale attività illecita "in fieri", nonchè adottare le misure cautelari opportune". Documenti che se da un punto di vista giuridico sono ineccepibili, sollevano però numerosi dubbi. Come il comportamento del vicebrigadiere Stefanelli, che nel confronto con Dall'Olmo si è avvalso della facoltà di non rispondere, comportamento censurato dal magistrato ma senza conseguenze. O come la mancata convocazione di Morri in tribunale.
Proprio l'ex segretario alla cultura parla di macchina del fango in azione, in quel luglio del 2010, e torna al presente con l'amarezza per l' università affondata insieme al parco scientifico e per il silenzio assordante mentre scuola e sanità stanno morendo.
La loro azione si ferma qui, ma i rilanciano i dubbi sulla presenza di una struttura parallela alle istituzioni, su protagonisti rimasti nei loro posti e perché ciascuno si assuma le sue responsabilità.
Giovanna Bartolucci
Proprio l'ex segretario alla cultura parla di macchina del fango in azione, in quel luglio del 2010, e torna al presente con l'amarezza per l' università affondata insieme al parco scientifico e per il silenzio assordante mentre scuola e sanità stanno morendo.
La loro azione si ferma qui, ma i rilanciano i dubbi sulla presenza di una struttura parallela alle istituzioni, su protagonisti rimasti nei loro posti e perché ciascuno si assuma le sue responsabilità.
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