"Due parole sulle recenti sedute del Consiglio tocca dirle anche a noi.
Se non altro per esprimere il nostro imbarazzo di fronte all'imbarazzo.
Certo, i toni sono stati accesi, e sarebbe stato difficile non lo fossero, perché davanti ad un governo che nemmeno di fronte a incarcerazioni e dimissioni prende atto di aver finito il suo cammino, come si dovrebbe rispondere?
Con sdegno, con incredulità, con tristezza perché i problemi del paese rimangono in secondo piano mentre si celebra il gioco delle parti di chi non vuole andare a elezioni perché non avrebbe nessuna possibilità di rielezione.
È di oggi un richiamo formale della Reggenza, con il quale viene richiesto ai consiglieri di tenere atteggiamenti rispettosi del ruolo di rappresentanza.
Non possiamo non condividere, come non possiamo garantire di attenerci a quanto richiesto. I consiglieri, almeno i nostri, sono pur sempre esseri umani, con i loro pregi e i loro difetti. Di fronte alle differenze di vedute ci si può confrontare, anche aspramente ma sempre rispettosamente.
Ma di fronte alla perdita di fiducia verso il proprio interlocutore, quando di fronte ad ogni provvedimento non sai mai se sia per il bene del paese (sempre sbandierato, mai concettualizzato) o sia per favorire qualcuno in
particolare; quando il tuo interlocutore un giorno difende a spada tratta il suo collega e il giorno dopo, senza temere derisioni, ne prende le distanze; quando il tuo interlocutore è stato parte integrante di un sistema che ora presenta tutti i suoi limiti, e il male reputazionale, civile, sociale, economico fatto al paese, e ora
pretenderebbe di poter eliminare lo stesso sistema in cui ha prosperato... beh, di fronte a questa mancanza di fiducia è difficile non andare sopra le righe.
Non lo diciamo a difesa di noi stessi: RETE non fa scaricabarili e seppur non sia per nessuno dei nostri interventi in Consiglio che alcuni consiglieri si sono detti amareggiati, né erano nostri gli interventi di cui tanto si parla, dove scambi di accuse reciproche hanno preso il posto dei lavori consiliari, ci sentiamo di sostenere il diritto in capo ad ogni consigliere di manifestare come gli è più proprio il suo pensiero..
La Reggenza è certamente legittimata a pretendere l'etichetta e ad allontanare dall'aula chi non vi si attenga. Allo stesso modo crediamo che una sana disobbedienza civile sia il sale della democrazia stessa, quando all'obbedienza si risponde con l'indifferenza. Noi non crediamo che la politica sia un fortino da difendere: tuttalpiù da espugnare. Non crediamo che a palazzo ci siano le persone migliori: solo le più votate. Non crediamo alla forma quando manca la sostanza.
Rimane innegabile che non vi è collegialità delle scelte al governo, perché non c'è alcun disegno d'insieme ma unicamente singole individualità che competono per ricercare visibilità. Che non si torna a dare ai sammarinesi modo di decidere da chi e per cosa venir governati, per assenza di coalizioni non ancora definite.
Che nonostante le chiacchiere sulla condivisione si continua in una gestione del potere autoreferenziale, secretata, non accessibile, inevitabilmente sospetta.
Se qualcuno si è offeso dunque, magari perché solitamente era lui a urlare e dileggiare, mentre per una volta è lui a venir attaccato, ce ne rammarichiamo ma sono affari suoi. Pensiamo a chi, pochi mesi fa, definiva i consiglieri di RETE “nazifascisti”: noi non ci siamo mai offesi né appellati alla reggenza, perché il valore della predica è attinente anche al pulpito di provenienza. Ma se ogni tanto capita anche a lui venir strapazzato se ne faccia una ragione.
Per finire, data la bocciatura dell'Ordine del giorno nostro e dell'unica opposizione rimasta, ora abbiamo un governo che non si sa come governerà ma di certo, per affermazione degli stessi consiglieri di maggioranza, non arriverà al 2017, dunque ci saranno elezioni anticipate. Chiediamo dunque, senza polemica, che il governo si impegni per eliminare la maturazione del vitalizio dei consiglieri (che costerà 140.000 euro all'anno) e per eliminare il raddoppiamento del finanziamento ai partiti in caso di elezioni, per ridurre il numero di seggi elettorali.
Sarà pur poco per qualcuno, ma risparmiare €1.200.000 per una politica che non fa più il suo dovere da un bel pezzo, ci pare il minimo.
Movimento R.E.T.E
comunicato stampa
Se non altro per esprimere il nostro imbarazzo di fronte all'imbarazzo.
Certo, i toni sono stati accesi, e sarebbe stato difficile non lo fossero, perché davanti ad un governo che nemmeno di fronte a incarcerazioni e dimissioni prende atto di aver finito il suo cammino, come si dovrebbe rispondere?
Con sdegno, con incredulità, con tristezza perché i problemi del paese rimangono in secondo piano mentre si celebra il gioco delle parti di chi non vuole andare a elezioni perché non avrebbe nessuna possibilità di rielezione.
È di oggi un richiamo formale della Reggenza, con il quale viene richiesto ai consiglieri di tenere atteggiamenti rispettosi del ruolo di rappresentanza.
Non possiamo non condividere, come non possiamo garantire di attenerci a quanto richiesto. I consiglieri, almeno i nostri, sono pur sempre esseri umani, con i loro pregi e i loro difetti. Di fronte alle differenze di vedute ci si può confrontare, anche aspramente ma sempre rispettosamente.
Ma di fronte alla perdita di fiducia verso il proprio interlocutore, quando di fronte ad ogni provvedimento non sai mai se sia per il bene del paese (sempre sbandierato, mai concettualizzato) o sia per favorire qualcuno in
particolare; quando il tuo interlocutore un giorno difende a spada tratta il suo collega e il giorno dopo, senza temere derisioni, ne prende le distanze; quando il tuo interlocutore è stato parte integrante di un sistema che ora presenta tutti i suoi limiti, e il male reputazionale, civile, sociale, economico fatto al paese, e ora
pretenderebbe di poter eliminare lo stesso sistema in cui ha prosperato... beh, di fronte a questa mancanza di fiducia è difficile non andare sopra le righe.
Non lo diciamo a difesa di noi stessi: RETE non fa scaricabarili e seppur non sia per nessuno dei nostri interventi in Consiglio che alcuni consiglieri si sono detti amareggiati, né erano nostri gli interventi di cui tanto si parla, dove scambi di accuse reciproche hanno preso il posto dei lavori consiliari, ci sentiamo di sostenere il diritto in capo ad ogni consigliere di manifestare come gli è più proprio il suo pensiero..
La Reggenza è certamente legittimata a pretendere l'etichetta e ad allontanare dall'aula chi non vi si attenga. Allo stesso modo crediamo che una sana disobbedienza civile sia il sale della democrazia stessa, quando all'obbedienza si risponde con l'indifferenza. Noi non crediamo che la politica sia un fortino da difendere: tuttalpiù da espugnare. Non crediamo che a palazzo ci siano le persone migliori: solo le più votate. Non crediamo alla forma quando manca la sostanza.
Rimane innegabile che non vi è collegialità delle scelte al governo, perché non c'è alcun disegno d'insieme ma unicamente singole individualità che competono per ricercare visibilità. Che non si torna a dare ai sammarinesi modo di decidere da chi e per cosa venir governati, per assenza di coalizioni non ancora definite.
Che nonostante le chiacchiere sulla condivisione si continua in una gestione del potere autoreferenziale, secretata, non accessibile, inevitabilmente sospetta.
Se qualcuno si è offeso dunque, magari perché solitamente era lui a urlare e dileggiare, mentre per una volta è lui a venir attaccato, ce ne rammarichiamo ma sono affari suoi. Pensiamo a chi, pochi mesi fa, definiva i consiglieri di RETE “nazifascisti”: noi non ci siamo mai offesi né appellati alla reggenza, perché il valore della predica è attinente anche al pulpito di provenienza. Ma se ogni tanto capita anche a lui venir strapazzato se ne faccia una ragione.
Per finire, data la bocciatura dell'Ordine del giorno nostro e dell'unica opposizione rimasta, ora abbiamo un governo che non si sa come governerà ma di certo, per affermazione degli stessi consiglieri di maggioranza, non arriverà al 2017, dunque ci saranno elezioni anticipate. Chiediamo dunque, senza polemica, che il governo si impegni per eliminare la maturazione del vitalizio dei consiglieri (che costerà 140.000 euro all'anno) e per eliminare il raddoppiamento del finanziamento ai partiti in caso di elezioni, per ridurre il numero di seggi elettorali.
Sarà pur poco per qualcuno, ma risparmiare €1.200.000 per una politica che non fa più il suo dovere da un bel pezzo, ci pare il minimo.
Movimento R.E.T.E
comunicato stampa
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