“Adesso Basta”! Sintetizza così, il Partito dei Socialisti e dei Democratici la motivazione del gesto di abbandono dell’aula parlamentare: 'Un atto di contestazione contro chi usa l’insulto e la calunnia come strumento politico al posto della civile dialettica'. Proprio in apertura della sessione consigliare la Reggenza aveva rivolto un appello al senso di responsabilità dei parlamentari e un invito al rispetto del ruolo delle istituzioni. Un richiamo che per la maggioranza è caduto nel vuoto. Il PSD parla di spregio dell’invito della Reggenza e ricorda le reiterate sollecitazioni da parte sua a ricondurre il confronto su toni meno esasperati. Per Stolfi si è passato il segno e quella che è esplosa era una situazione latente da tempo. 'Ora – afferma il capogruppo dei socialisti - si deve aprire una nuova fase, capace di riportare il dialogo in un alveo di maggiore moderazione. Non chiediamo – aggiunge – un atteggiamento benevolo delle opposizioni, ma non si può assistere ad ingiurie e calunnie generalizzate che non solo offendono i consiglieri ma snaturano il Consiglio nel suo ruolo e nei suoi compiti'. Il collega Roberto Bucci mette l’accento sul significato di un atto come quello adottato “l’amarezza – aggiunge – è maggiore considerato che il lavoro fatto sull’argomento specifico è stato di qualità, un impegno che intendiamo portare avanti affrontando tutte le tematiche legate ai giochi e alle manifestate debolezze dello Stato di fronte a certe questioni. La sensazione – aggiunge – è che ci si trovi di fronte ad un disegno preordinato nell’escalation di offese ed ingiurie”. “Si cerca – gli fa eco il Segretario del PSD, Mauro Chiaruzzi – una destabilizzazione del sistema, non si vuole costruire ma solo distruggere. Non intendiamo certo sottrarci ai nostri impegni – aggiunge – ma in quella occasione non c’erano più le condizioni oggettive di serenità per affrontare un tema importante e la ricerca di soluzioni adeguate. Per parte nostra – dichiara Chiaruzzi – proseguiremo nella nostra azione ancora più motivati'. Pesanti le affermazioni del diretto interessato, Giuseppe Morganti, che punta il dito contro quella che definisce la disonestà intellettuale, “altrettanto grave – dichiara – quanto la collusione fra politica e affari”. Morganti ribadisce la sua soddisfazione per l’ordine del giorno elaborato dal Governo, nel quale – spiega – 'non viene data alcuna garanzia futura alla Giochi san Marino, la sua attività viene fortemente depotenziata con la revoca dell’esclusiva, le aree di pregio interessate dal progetto vengono vincolate. Certo – aggiunge – ci sono altri aspetti da affrontare, come quelli della trasparenza, del diritto, del monitoraggio dei flussi di denaro che ruotano attorno al gioco, come pure le questioni di carattere culturale. E su questi siamo impegnati. Da Masi – conclude Morganti – mi aspetto ora scuse personali'.
'Una sceneggiata, la strumentalizzazione di un atto personale, come quello di Morganti, per distogliere l’attenzione dal dibattito in corso'. Tutte concordi, le opposizioni, nel contestare la decisione della maggioranza. 'Non si è mai visto – dichiarano – un governo che abbandona il parlamento, e questo dimostra che non ha argomenti. Gli interventi tenuti in aula sono stati tutti critici ma nessuna accusa personale'. Il primo a parlare è Tito Masi: “Ritengo di non dover ritrattare nulla di quanto ho detto – dichiara - il mio è stato un intervento sicuramente pesante ma che ha interpretato una opinione ampiamente diffusa fra i cittadini. Ci troviamo – aggiunge – di fronte ad un nuovo capitolo della questione morale”. Masi elenca le inadempienze della Giochi San Marino e mette in evidenza che entro il 30 aprile un documento del Consiglio Grande e Generale fissava la data improrogabile entro la quale la società doveva liberare il Kursaal. 'Non solo resterà in quel Palazzo – dichiara – ma nessuno ieri ci ha detto niente. E’ accettabile – si chiede – questo?. Nel 2001 hanno detto che questa società avrebbe investito 100 miliardi nel maxi albergo. Non è stato costruito e nessuno gli ha mai chiesto nulla e ora il governo propone di liberarli dall’impegno di realizzarlo”. Per Augusto Casali Morganti sta vivendo un momento difficile: 'sta facendo i conti – afferma – con la propria coscienza'. L’esponente del PSN rimarca le critiche esposte in aula e dichiara “si devono togliere dalla testa che andiamo lì ad usare i toni che la maggioranza vuole. Andiamo lì – aggiunge – a dire quello che pensiamo”. Anche per Ivan Foschi quello della maggioranza è stato un colpo di teatro, fatto artatamente – dichiara – per spostare l’attenzione dalla questione che si stava affrontando'. Foschi rinnova la sua stima a Morganti e auspica voglia riconsiderare la sua decisione. “Sulla questione morale – gli fa eco Monica Bollini – il governo e la maggioranza non vogliono rispondere. Anomala per l’esponente dei sammarinesi per la Libertà, la decisione di sospendere la seduta consigliare: non c’era – dichiara – l’unanimità dei gruppi'. Critiche per la scelta di bloccare la diretta radio. “Non possiamo accettare – aggiunge Glauco Sansovini – il sermone sull’etica, non sta proprio in piedi. Abbiamo assistito – afferma – ad un nuovo tentativo di non fare chiarezza”. Critiche ribadite anche da Romeo Morri: 'se fa scalpore la lettera di Morganti – dichiara – deve farlo anche la notizia che la Giochi San Marino ha annunciato querele nei confronti di un consigliere e del presidente di una associazione”. “Insolito – per Valeria Ciavatta – che delle dimissioni si sia data subito lettura in aula. Solitamente – aggiunge – non succede così”. E per venerdì prossimo, alla ripresa del dibattito consigliare, la battaglia si conferma accesa.
'Una sceneggiata, la strumentalizzazione di un atto personale, come quello di Morganti, per distogliere l’attenzione dal dibattito in corso'. Tutte concordi, le opposizioni, nel contestare la decisione della maggioranza. 'Non si è mai visto – dichiarano – un governo che abbandona il parlamento, e questo dimostra che non ha argomenti. Gli interventi tenuti in aula sono stati tutti critici ma nessuna accusa personale'. Il primo a parlare è Tito Masi: “Ritengo di non dover ritrattare nulla di quanto ho detto – dichiara - il mio è stato un intervento sicuramente pesante ma che ha interpretato una opinione ampiamente diffusa fra i cittadini. Ci troviamo – aggiunge – di fronte ad un nuovo capitolo della questione morale”. Masi elenca le inadempienze della Giochi San Marino e mette in evidenza che entro il 30 aprile un documento del Consiglio Grande e Generale fissava la data improrogabile entro la quale la società doveva liberare il Kursaal. 'Non solo resterà in quel Palazzo – dichiara – ma nessuno ieri ci ha detto niente. E’ accettabile – si chiede – questo?. Nel 2001 hanno detto che questa società avrebbe investito 100 miliardi nel maxi albergo. Non è stato costruito e nessuno gli ha mai chiesto nulla e ora il governo propone di liberarli dall’impegno di realizzarlo”. Per Augusto Casali Morganti sta vivendo un momento difficile: 'sta facendo i conti – afferma – con la propria coscienza'. L’esponente del PSN rimarca le critiche esposte in aula e dichiara “si devono togliere dalla testa che andiamo lì ad usare i toni che la maggioranza vuole. Andiamo lì – aggiunge – a dire quello che pensiamo”. Anche per Ivan Foschi quello della maggioranza è stato un colpo di teatro, fatto artatamente – dichiara – per spostare l’attenzione dalla questione che si stava affrontando'. Foschi rinnova la sua stima a Morganti e auspica voglia riconsiderare la sua decisione. “Sulla questione morale – gli fa eco Monica Bollini – il governo e la maggioranza non vogliono rispondere. Anomala per l’esponente dei sammarinesi per la Libertà, la decisione di sospendere la seduta consigliare: non c’era – dichiara – l’unanimità dei gruppi'. Critiche per la scelta di bloccare la diretta radio. “Non possiamo accettare – aggiunge Glauco Sansovini – il sermone sull’etica, non sta proprio in piedi. Abbiamo assistito – afferma – ad un nuovo tentativo di non fare chiarezza”. Critiche ribadite anche da Romeo Morri: 'se fa scalpore la lettera di Morganti – dichiara – deve farlo anche la notizia che la Giochi San Marino ha annunciato querele nei confronti di un consigliere e del presidente di una associazione”. “Insolito – per Valeria Ciavatta – che delle dimissioni si sia data subito lettura in aula. Solitamente – aggiunge – non succede così”. E per venerdì prossimo, alla ripresa del dibattito consigliare, la battaglia si conferma accesa.
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