Se la spending rewiew del governo fosse una cosa seria il primo intervento “di bonifica” avrebbe riguardato i costi spropositati che l’Azienda dei Servizi deve sostenere a causa di una gestione dei rifiuti fallimentare e opaca (da qualche settimana anche puzzolente).
Eppure per risparmiare i milioni di euro che San Marino sta buttando a discarica insieme ai rifiuti basterebbe insegnare ai cittadini a separare manualmente l’umido dal secco. L’Azienda, invece, prima, in una sorta di prepensionamento, ha messo da parte i propri mezzi e i propri uomini, poi ha esternalizzato la raccolta determinando così il raddoppio dei costi e infine se n’è fregata fino all’ultimo degli adeguamenti normativi a livello europeo così che il rifiuto sammarinese, in quanto rifiuto speciale, ha comportato costi di messa a discarica triplicati.
È dal 2007 che l’emergenza rifiuti si ripresenta periodicamente. Valli & Co avevano assicurato che il noleggio del tritovagliatore avrebbe riportato il rifiuto sammarinese nella legalità e risolto il problema una volta per tutte. Oggi invece si scopre – grazie ad una puntuale interpellanza del Consigliere Elena Tonnini – che in una circolare del ministero dell’ambiente italiano dello scorso 6 agosto è scritto che la cosiddetta tritovagliatura non soddisfa gli obblighi imposti dalle direttive UE. In altre parole l’Azienda si è adeguata ad una normativa che non è più in vigore.
Il Segretario Lonfernini, in missione dal piazzale di San Giovanni, minimizza “problemi di natura burocratica amministrativa”, poi rassicura “nessun disagio per la cittadinanza”. Ma si sbaglia. Il disagio c’è. Perché è la cittadinanza a pagare per i disastri della cattiva amministrazione e della cattiva politica. Non solo. Di fronte allo spettacolo della montagna di rifiuti si prova anche un disagio di civiltà.
Il tempo dello spreco di risorse pubbliche deve finire. La Repubblica non si può più permette il peso di amministratori incapaci e per giunta presuntuosi. Il direttore Valli e tutta la filiera di comando dovrebbero trarre le dovute conseguenze.
Comunicato stampa Sinistra Unita
Eppure per risparmiare i milioni di euro che San Marino sta buttando a discarica insieme ai rifiuti basterebbe insegnare ai cittadini a separare manualmente l’umido dal secco. L’Azienda, invece, prima, in una sorta di prepensionamento, ha messo da parte i propri mezzi e i propri uomini, poi ha esternalizzato la raccolta determinando così il raddoppio dei costi e infine se n’è fregata fino all’ultimo degli adeguamenti normativi a livello europeo così che il rifiuto sammarinese, in quanto rifiuto speciale, ha comportato costi di messa a discarica triplicati.
È dal 2007 che l’emergenza rifiuti si ripresenta periodicamente. Valli & Co avevano assicurato che il noleggio del tritovagliatore avrebbe riportato il rifiuto sammarinese nella legalità e risolto il problema una volta per tutte. Oggi invece si scopre – grazie ad una puntuale interpellanza del Consigliere Elena Tonnini – che in una circolare del ministero dell’ambiente italiano dello scorso 6 agosto è scritto che la cosiddetta tritovagliatura non soddisfa gli obblighi imposti dalle direttive UE. In altre parole l’Azienda si è adeguata ad una normativa che non è più in vigore.
Il Segretario Lonfernini, in missione dal piazzale di San Giovanni, minimizza “problemi di natura burocratica amministrativa”, poi rassicura “nessun disagio per la cittadinanza”. Ma si sbaglia. Il disagio c’è. Perché è la cittadinanza a pagare per i disastri della cattiva amministrazione e della cattiva politica. Non solo. Di fronte allo spettacolo della montagna di rifiuti si prova anche un disagio di civiltà.
Il tempo dello spreco di risorse pubbliche deve finire. La Repubblica non si può più permette il peso di amministratori incapaci e per giunta presuntuosi. Il direttore Valli e tutta la filiera di comando dovrebbero trarre le dovute conseguenze.
Comunicato stampa Sinistra Unita
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