Mi sono chiesta se valesse la pena rispondere al comunicato di ieri di Per San Marino, un movimento politico che è stato oggetto qualche mese fa di un decreto penale che ha accertato l’assoluta falsità di fatti riportati come veri in campagna elettorale e che anzi di tale campagna elettorale sono stati il cavallo di battaglia.
Tuttavia, poiché molte cose i cittadini non le sanno e spesso la non replica viene considerata come una conferma di verità, mi preme sottolineare l’assoluta falsità della frase secondo cui il Governo, dal 2008, “ha garantito relazioni esterne di alto profilo, ma ha nominato diplomatici pregiudicati inseguiti da polizie di tutto il mondo”.
Questa è l’ennesima falsità. Non uno dei diplomatici nominati nella scorsa legislatura aveva al momento della nomina precedenti penali o procedimenti penali in corso. Ricordo a tale proposito che la Legge n. 101/2009 prevede che ai fini del rilascio del passaporto diplomatico e di servizio l'interessato debba presentare, tra l'altro, certificato penale e di carichi pendenti, rilasciati dal Paese di residenza dell’interessato.
Non solo: prima della nomina in tutti i casi sono state richieste informazioni attraverso le autorità di polizia. E tutte le ricerche hanno dato esito negativo. Qualora gli esponenti di Per San Marino avessero in mano documenti attestanti il contrario li rendano pubblici.
Se in un momento successivo qualcuno dei nominati ha avuto problemi giudiziari è altra cosa. Ma è bene ricordare che in problemi giudiziari sono incappati anche diplomatici sammarinesi, così come diplomatici nominati in legislature precedenti, il cui incarico è stato immediatamente revocato durante il mio mandato come Segretario di Stato per gli Affari Esteri. Così come sarebbe un’operazione intellettualmente onesta ricordare i numerosi incarichi diplomatici e consolari oggetto di revoca nello stesso periodo. Ma tant’è. Mi preme inoltre sottolineare che con la Legge n. 100/2012, che ha emendato la precedente legge sulla regolamentazione delle missioni diplomatiche e degli uffici consolari, ho voluto che fosse espressamente prevista l'obbligatorietà per gli agenti diplomatici e consolari di comunicare tempestivamente alla Segreteria di Stato per gli Affari Esteri la pendenza di procedimenti penali a loro carico in qualsiasi Paese e la possibilità per il Congresso di Stato di revocare l’incarico con effetto immediato. E' stato altresì sancito che il Congresso di Stato deliberi la revoca dell’incarico con effetto immediato in ogni caso di comportamento lesivo del prestigio e degli interessi della Repubblica. Tali disposizioni non erano previste nella normativa precedente.
Ritengo doverose queste precisazioni perché trovo assurdo che falsità diffamatorie, bugie e nefandezze possano essere attribuite impunemente a chi ricopre incarichi istituzionali per pura propaganda politica, in assenza di qualsiasi fondamento. Informazioni sbagliate, parziali e strumentali, che contribuiscono a creare un clima di sfiducia e scontro, non aiutano a superare in maniera costruttiva le difficili sfide che anche il nostro Paese è chiamato ad affrontare in questo delicato momento.
Tuttavia, poiché molte cose i cittadini non le sanno e spesso la non replica viene considerata come una conferma di verità, mi preme sottolineare l’assoluta falsità della frase secondo cui il Governo, dal 2008, “ha garantito relazioni esterne di alto profilo, ma ha nominato diplomatici pregiudicati inseguiti da polizie di tutto il mondo”.
Questa è l’ennesima falsità. Non uno dei diplomatici nominati nella scorsa legislatura aveva al momento della nomina precedenti penali o procedimenti penali in corso. Ricordo a tale proposito che la Legge n. 101/2009 prevede che ai fini del rilascio del passaporto diplomatico e di servizio l'interessato debba presentare, tra l'altro, certificato penale e di carichi pendenti, rilasciati dal Paese di residenza dell’interessato.
Non solo: prima della nomina in tutti i casi sono state richieste informazioni attraverso le autorità di polizia. E tutte le ricerche hanno dato esito negativo. Qualora gli esponenti di Per San Marino avessero in mano documenti attestanti il contrario li rendano pubblici.
Se in un momento successivo qualcuno dei nominati ha avuto problemi giudiziari è altra cosa. Ma è bene ricordare che in problemi giudiziari sono incappati anche diplomatici sammarinesi, così come diplomatici nominati in legislature precedenti, il cui incarico è stato immediatamente revocato durante il mio mandato come Segretario di Stato per gli Affari Esteri. Così come sarebbe un’operazione intellettualmente onesta ricordare i numerosi incarichi diplomatici e consolari oggetto di revoca nello stesso periodo. Ma tant’è. Mi preme inoltre sottolineare che con la Legge n. 100/2012, che ha emendato la precedente legge sulla regolamentazione delle missioni diplomatiche e degli uffici consolari, ho voluto che fosse espressamente prevista l'obbligatorietà per gli agenti diplomatici e consolari di comunicare tempestivamente alla Segreteria di Stato per gli Affari Esteri la pendenza di procedimenti penali a loro carico in qualsiasi Paese e la possibilità per il Congresso di Stato di revocare l’incarico con effetto immediato. E' stato altresì sancito che il Congresso di Stato deliberi la revoca dell’incarico con effetto immediato in ogni caso di comportamento lesivo del prestigio e degli interessi della Repubblica. Tali disposizioni non erano previste nella normativa precedente.
Ritengo doverose queste precisazioni perché trovo assurdo che falsità diffamatorie, bugie e nefandezze possano essere attribuite impunemente a chi ricopre incarichi istituzionali per pura propaganda politica, in assenza di qualsiasi fondamento. Informazioni sbagliate, parziali e strumentali, che contribuiscono a creare un clima di sfiducia e scontro, non aiutano a superare in maniera costruttiva le difficili sfide che anche il nostro Paese è chiamato ad affrontare in questo delicato momento.
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