Non c'è storia nella finale degli Europei di basket 2015, con la Spagna che “mata” la Lituania 80-63 e porta a casa il suo terzo titolo continentale dopo quelli del 2009 e del 2011. Ora come allora sulla panchina iberica siede il bresciano Sergio Scariolo, assente invece due anni fa quando Gasol e compagni si fermarono in semifinale.
Spagna che aveva iniziato la rassegna in sordina, chiudendo il difficile girone di Berlino con 3 vittorie e 2 sconfitte, di cui una contro l'Italia. Poi un 80-66 senza storia alla Polonia, il successo di due punti con la Grecia nei quarti e l'epica semifinale contro la Francia, vinta all'overtime dopo un'intera gara spesa a rincorrere.
Il trionfo finale della Spagna, dopo la vittoria coi transalpini padroni casa e campioni in carica, era dato quasi per scontato. Ed effettivamente così è stato. I baltici, finalisti anche due anni fa, vengono da due grandi partite contro Italia e Serbia, ma dopo i primi 10' sono già a -11. La Spagna domina a tutto campo e la Lituania non trova spazi. Si va al riposo sul 41-33 per gli iberici, che nel terzo quarto chiudono – sempre che fosse mai stata aperta – la partita. La percentuale al tiro dei lituani crolla al 32% e la Spagna arriva all'ultimo intervallo a +17. Alle Furie rosse non resta che controllare l'ultimo quarto, che si chiude con 20 punti per parte per l'83-43 finale.
Il trionfo della Spagna in questo Europeo ha un nome e cognome ben chiari a tutti: Pau Gasol. MVP del torneo, miglior media punti (25,6 a partita), 40 punti su 80 di squadra e 11 rimbalzi nella gara che ha deciso il torneo, quella con la Francia. Infine protagonista con la Lituania, dove è stato il miglior marcatore con 25 punti e ha preso 12 rimbalzi. Questi i numeri dell'ala dei Bulls, protagonista un po' a sorpresa viste le 35 primavere sulle spalle.
Nella finalina successo di magra consolazione per la Francia, che batte 81-68 una Serbia arrivata sulle gambe nelle partite che contano. La gara di fatto dura un tempo, coi francesi che al 20° conducono di 5. Poi Batum e De Colo prendono in mano la partita e il terzo quarto si chiude con la Francia a +14. La Serbia non riesce a reagire e dopo 10 minuti tranquilli i bleus mettono al collo il bronzo.
Riccardo Marchetti
Spagna che aveva iniziato la rassegna in sordina, chiudendo il difficile girone di Berlino con 3 vittorie e 2 sconfitte, di cui una contro l'Italia. Poi un 80-66 senza storia alla Polonia, il successo di due punti con la Grecia nei quarti e l'epica semifinale contro la Francia, vinta all'overtime dopo un'intera gara spesa a rincorrere.
Il trionfo finale della Spagna, dopo la vittoria coi transalpini padroni casa e campioni in carica, era dato quasi per scontato. Ed effettivamente così è stato. I baltici, finalisti anche due anni fa, vengono da due grandi partite contro Italia e Serbia, ma dopo i primi 10' sono già a -11. La Spagna domina a tutto campo e la Lituania non trova spazi. Si va al riposo sul 41-33 per gli iberici, che nel terzo quarto chiudono – sempre che fosse mai stata aperta – la partita. La percentuale al tiro dei lituani crolla al 32% e la Spagna arriva all'ultimo intervallo a +17. Alle Furie rosse non resta che controllare l'ultimo quarto, che si chiude con 20 punti per parte per l'83-43 finale.
Il trionfo della Spagna in questo Europeo ha un nome e cognome ben chiari a tutti: Pau Gasol. MVP del torneo, miglior media punti (25,6 a partita), 40 punti su 80 di squadra e 11 rimbalzi nella gara che ha deciso il torneo, quella con la Francia. Infine protagonista con la Lituania, dove è stato il miglior marcatore con 25 punti e ha preso 12 rimbalzi. Questi i numeri dell'ala dei Bulls, protagonista un po' a sorpresa viste le 35 primavere sulle spalle.
Nella finalina successo di magra consolazione per la Francia, che batte 81-68 una Serbia arrivata sulle gambe nelle partite che contano. La gara di fatto dura un tempo, coi francesi che al 20° conducono di 5. Poi Batum e De Colo prendono in mano la partita e il terzo quarto si chiude con la Francia a +14. La Serbia non riesce a reagire e dopo 10 minuti tranquilli i bleus mettono al collo il bronzo.
Riccardo Marchetti
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