Peter Sagan non poteva scegliere palcoscenico migliore di Richmond per togliersi l'etichetta di eterno secondo. Lo slovacco vince la gara maschile in linea che chiude i mondiali di ciclismo su strada davanti all'australiano Matthews e al lituano Navardauskas. Indietro gli italiani, che non erano tra i favoriti e da copione non entusiasmano, con Nizzolo, il migliore del plotone, solo 18°.
Il primo acuto della gara lo regala il britannico Stannard, che a 30 chilometri dal traguardo si porta in testa seguito da altri sei elementi. Tra i fuggitivi, ripresi a -18 dall'arrivo, ci sono l'azzurro Viviani, Boonen e il campione in carica Kwiatkowski. Col gruppo di nuovo compatto, tentano l'allungo Rui Costa, Siutsou e Farrar, ma senza successo.
Come previsto tutto si decide negli ultimi quattro chilometri, dove il percorso prevede tre temutissimi strappi in salita. Sul primo scappano Stybar e Dagenkolb, ma la loro fuga è un fuoco di paglia. Sul secondo ci prova Van Avermaet, ma Sagan lo tiene e negli ultimi metri del terzo piazza lo scatto decisivo. Gilbert e Boasson Hagen inizialmente lo seguono, ma nella discesa successiva lo slovacco allunga, si fa in solitaria gli ultimi due chilometri e taglia il traguardo con le braccia al cielo.
Sagan, 25 anni, veniva da una stagione nella quale ha collezionato ben 15 secondi posti, cui vanno aggiunti i dieci nei grandi giri nel 2014. In parte aveva esorcizzato l'abbonamento al secondo posto facendo sua una tappa alla Vuelta, prima di essere messo ko da un motociclista. Ora la vittoria più importante, tra l'altro conquistata praticamente senza squadra, e la maglia di campione del mondo da esibire per un anno. E se arriveranno altri secondi posti, di certo se ne preoccuperà di meno.
Riccardo Marchetti
Il primo acuto della gara lo regala il britannico Stannard, che a 30 chilometri dal traguardo si porta in testa seguito da altri sei elementi. Tra i fuggitivi, ripresi a -18 dall'arrivo, ci sono l'azzurro Viviani, Boonen e il campione in carica Kwiatkowski. Col gruppo di nuovo compatto, tentano l'allungo Rui Costa, Siutsou e Farrar, ma senza successo.
Come previsto tutto si decide negli ultimi quattro chilometri, dove il percorso prevede tre temutissimi strappi in salita. Sul primo scappano Stybar e Dagenkolb, ma la loro fuga è un fuoco di paglia. Sul secondo ci prova Van Avermaet, ma Sagan lo tiene e negli ultimi metri del terzo piazza lo scatto decisivo. Gilbert e Boasson Hagen inizialmente lo seguono, ma nella discesa successiva lo slovacco allunga, si fa in solitaria gli ultimi due chilometri e taglia il traguardo con le braccia al cielo.
Sagan, 25 anni, veniva da una stagione nella quale ha collezionato ben 15 secondi posti, cui vanno aggiunti i dieci nei grandi giri nel 2014. In parte aveva esorcizzato l'abbonamento al secondo posto facendo sua una tappa alla Vuelta, prima di essere messo ko da un motociclista. Ora la vittoria più importante, tra l'altro conquistata praticamente senza squadra, e la maglia di campione del mondo da esibire per un anno. E se arriveranno altri secondi posti, di certo se ne preoccuperà di meno.
Riccardo Marchetti
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