La cattedra di Francesco Buglio resta vuota: finita quella dei professori, comincia l’era del dialogo. Roberto Alberti si chiude nello spogliatoio con tutta la squadra. Un’ora di confronto a viso aperto e poi tutti in campo. Non c’è tempo per la rivoluzione copernicana, si può solo ritoccare e allora il nuovo tecnico lavora soprattutto sull’aspetto mentale. Ad un gruppo depresso e bocciato da una classifica orribile, Alberti manda qualche segnale. Per esempio non ci sono più giocatori intoccabili e tutti si giocano il posto, settimana per settimana sarà così fino alla fine. L’indisponibilità di Di Maio e Noviello riduce il ventaglio delle possibilità, ma Alberti si tiene qualche dubbio che forse non è reale ma funzionale a tenere tutti, come si dice sulla corda. Dietro spazio a Specchia, Taccola, Florindo e ballottaggio Berardi-Narducci sulla mancina. Centrocampo con Gentilini e De Feudis centrali e Corradi a sinistra. Di là sembrano maturi i tempi per un rilancio di Gianluca Procopio. Rebus attacco. Possibile Giglio di punta con Villa a ridosso. A quel punto a sedersi in panchina sarebbe Federico Piovaccari.
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