Per la quinta volta nella storia, è la città svedese di Falun ad ospitare i mondiali di sci nordico, partiti ufficialmente ieri sera con la cerimonia di apertura, mentre oggi via alle qualificazioni femminili di salto con gli sci e con lo sprint a tecnica classica maschile e femminile.
Dopo il flop ai mondiali di sci alpino, l’Italia si è presenta con poche frecce al proprio arco alla rassegna iridata, pur potendo contare su quella molto appuntita che risponde al nome di Federico Pellegrino.
Da qualche anno il movimento fondistico azzurro non riesce a riproporsi ai livelli di vertice toccati per un paio di generazioni a partire da metà anni ’80. Ventitre gli azzurri in gara, con poche certezze e la speranza è di vederli stupire.
Si è detto di Federico Pellegrino: il 24enne aostano in stagione ha ottenuto tre vittorie nelle gare sprint, ma a a tecnica libera, mentre nel calendario iridato si sprinta a tecnica classica. Cosa che non ha inciso o meglio: la bravura di Pellegrino ha mascherato le difficoltà insite in un meccanismo non usuale. È andata bene fino a pochi metri dalla fine, ma la medaglia svanisce sul più bello, nella volata più esaltante e terribile che assegna le medaglie mondiali dello sci di fondo. a Falun è entrato nello stadio in testa e tra l'ultimo strappetto e l'ultima curva si è visto raggiunto e superato. Peccato davvero aver solo potuto sognare la colossale impresa: l'oro va al norvegese Northug, argento ad Alex Harvey e bronzo al pluridecorato Hattestad, che nega la vittoria all'olimpionico russo Kriukov.
Zero possibilità di vertice anche per il team di salto con gli sci: i quattro giovani azzurri punteranno a un piazzamento nei primi venti e a fare esperienza. Indecifrabile il pronostico di combinata nordica. Alessandro Pittin, già medaglia olimpica 5 inverni fa, può puntare a una medaglia nella gara con salto su Norman Hill, anche se finora la sua stagione è stata di alti e bassi. L'incognita è tutta o quasi sul salto, in quanto poi nella frazione skating resta tra i migliori.
LP
Dopo il flop ai mondiali di sci alpino, l’Italia si è presenta con poche frecce al proprio arco alla rassegna iridata, pur potendo contare su quella molto appuntita che risponde al nome di Federico Pellegrino.
Da qualche anno il movimento fondistico azzurro non riesce a riproporsi ai livelli di vertice toccati per un paio di generazioni a partire da metà anni ’80. Ventitre gli azzurri in gara, con poche certezze e la speranza è di vederli stupire.
Si è detto di Federico Pellegrino: il 24enne aostano in stagione ha ottenuto tre vittorie nelle gare sprint, ma a a tecnica libera, mentre nel calendario iridato si sprinta a tecnica classica. Cosa che non ha inciso o meglio: la bravura di Pellegrino ha mascherato le difficoltà insite in un meccanismo non usuale. È andata bene fino a pochi metri dalla fine, ma la medaglia svanisce sul più bello, nella volata più esaltante e terribile che assegna le medaglie mondiali dello sci di fondo. a Falun è entrato nello stadio in testa e tra l'ultimo strappetto e l'ultima curva si è visto raggiunto e superato. Peccato davvero aver solo potuto sognare la colossale impresa: l'oro va al norvegese Northug, argento ad Alex Harvey e bronzo al pluridecorato Hattestad, che nega la vittoria all'olimpionico russo Kriukov.
Zero possibilità di vertice anche per il team di salto con gli sci: i quattro giovani azzurri punteranno a un piazzamento nei primi venti e a fare esperienza. Indecifrabile il pronostico di combinata nordica. Alessandro Pittin, già medaglia olimpica 5 inverni fa, può puntare a una medaglia nella gara con salto su Norman Hill, anche se finora la sua stagione è stata di alti e bassi. L'incognita è tutta o quasi sul salto, in quanto poi nella frazione skating resta tra i migliori.
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