“L’Assemblea politica giovanile dà fastidio – è il primo dato di fatto secondo i due coordinatori Andrea Zafferani e Maria Laura Marinozzi – pur avendo fatto poco siamo stati attaccati da più parti prima, ancora di organizzare la nostra serata. Segno evidente che queste tematiche sono ancora difficili da affrontare”. Traendo le conclusioni dal dibattito pubblico l’Apg sostiene che regolamentare la complessa materia non significa semplicemente abrogare gli articoli del codice penale, che tra l’altro causerebbe un pericoloso vuoto legislativo, bensì elaborare una più completa ed organica disciplina. Quindi sì alla depenalizzazione all’aborto, ma soprattutto una nuova legge, partendo da ciò che auspicava nel 1974 la commissione che lavorava alle norme di attuazione del codice. I commissari sottolinearono la necessità di affrontare prima i problemi a monte, ad esempio, con l’educazione sessuale e la prevenzione. Nel rifare la legge, sostiene l’Apg, si dovrebbe anche valutare l’ipotesi di inserire alcuni gravi casi in cui l’interruzione volontaria di gravidanza potrebbe essere lasciata, quale extrema ratio, alla scelta personale delle parti coinvolte. In particolare, in caso di grave pericolo di vita per la madre, o di gravidanza frutto di stupro o violenze o di un feto affetto da gravi malattie che lo condurranno a morte certa. I movimenti giovanili si attendono ora risposte precise dalla politica “altrimenti – sostengono – vorrebbe dire sul serio che non ci prendono in considerazione e la nostra stessa esistenza non avrebbe senso. Se continueranno a far finta che il problema non esista ci affideremo ad istanze d’arengo, referendum, proposte di legge, tutto quello che potrà servire ad alimentare il dibattito”. La prossima iniziativa dell’Apg affronterà un altro argomento scottante: un dibattito pubblico focalizzato sulle droghe.
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