A due mesi dall'inizio della campagna vaccinale in Italia ed Europa, le prime scorte fanno il loro ingresso in Repubblica. 7.500 dosi di vaccino Sputnik V – atterrate ieri a Milano dopo un volo internazionale da Mosca – sono state caricate su un furgone. Destinazione finale: ospedale di Stato. Altrettante ne arriveranno per il richiamo. Ad attenderle al confine di Dogana, oltre a pattuglie della gendarmeria per il cambio della scorta, anche vertici Iss. Una volta giunta a Cailungo, la fornitura è stata consegnata al Centro Farmaceutico.
Un momento storico per la piccola Repubblica, dopo settimane di impasse burocratiche che hanno frenato la consegna delle scorte concordate con l'Italia. Era quello il piano A, frutto dell'accordo del 12 gennaio. “Problemi amministrativi ormai superati, i vaccini riconosciuti dall'EMA arriveranno presto” – è stato assicurato. Di fatto il piano B - la via russa - ha dato i suoi frutti in poco tempo. Ora si attende l’avvio della vaccinazione. “Abbiamo già la possibilità di farlo per quelle che sono le prassi del nostro paese con l'utilizzo della farmacia internazionale” – chiarisce il Segretario alla Sanità Roberto Ciavatta - “quindi non abbiamo necessità di intervenire a livello legislativo per consentire ciò che è già possibile fare. Quello che sarà in discussione in Aula come emendamento è un intervento che vada a formalizzare la farmacia internazionale rispetto a tutti i paesi dai quali già nel passato e anche nel presente il nostro ospedale si approvvigiona per i farmaci”.
Nei prossimi giorni – si legge in una nota dell'Iss - saranno comunicate date e modalità, partendo dal personale sanitario e socio sanitario, anziani e persone con priorità di rischio alta. Sul giorno di inizio, Ciavatta preferisce non fare previsioni: “mi auguro – dice – questa settimana”. Ad indicare la strada dello Sputnik “originale e innovativa”, il Segretario alla Sanità – scrive Rete - una volta acclarato come gli accordi stretti con l’Italia non sarebbero stati rispettati”. Per far arrivare il vaccino in tempi brevi – continua il movimento - basilare il contatto tra il capodelegazione a Strasburgo Marco Nicolini e le controparti russe, con il supporto della Segreteria Esteri in ogni fase dell’approvvigionamento.
“Non credo ci sia bisogno per nessuno di mettere le bandierine” commenta il titolare degli esteri Luca Beccari. “Tutta le gestione dei vaccini – spiega - è stata un lavoro di squadra, ovviamente ognuno nell'ambito delle proprie competenze. Poi bisogna anche riconoscere il grande impegno di tutte le persone che a vario titolo, fin dall'inizio della pandemia, si sono attivate per supportarci, anche nell'ambito del corpo diplomatico. Quindi direi assolutamente sempre un lavoro di squadra”.