Sembra impossibile ma 15 milioni di anni fa il nostro territorio era occupato dal mare: l’antico Adriatico, molto più esteso dell’attuale, molto più profondo. Era popolato da bizzarri animali marini, da squali di dimensioni enormi… e da balene, tante balene. Una di esse porta il nome di San Marino: l’aulocetus sammarinensis. I resti fossili di questa specie vennero infatti rinvenuti - nel 1897 – proprio qui: nella zona del piazzale della Cava Antica. I massi contenenti le ossa furono poi acquistati dal Museo geologico di Bologna. Oggi – una riproduzione fedelissima del teschio fossile della balenottera – è stata donata a San Marino e sarà custodita al centro Naturalistico. Pur essendo una replica si tratta di un reperto di grandissimo interesse scientifico. In cambio San Marino ha donato al Museo Felsineo una copia indistinguibile della parte destra della mandibola della balenottera: il fossile – per motivi ignoti –, dopo la scoperta restò sul Titano. Presenti – alla cerimonia di consegna – i segretari di stato Fabio Berardi e Giancarlo Venturini, e il direttore del Museo Geologico bolognese Gianbattista Vai. La collaborazione in campo scientifico, tra il Titano e Bologna, potrebbe - in futuro – svilupparsi ulteriormente; e per suggellare questo rapporto il direttore del Museo emiliano ha consegnato al Centro Naturalistico una copia del cranio di un antico sirenide: il Felsinotherium Foresti.
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