Milioni di euro di provenienza illecita sarebbero depositati in uno o più istituti di credito sammarinesi. Le indagini della Guardia di Finanza di Perugia – che da tempo seguiva i movimenti di una banda di truffatori - hanno portato anche sul Titano. Per il momento nessuna indiscrezione sul nome delle banche ove venivano depositati i proventi di truffe e raggiri; dalle fiamme gialle del capoluogo umbro è giunto solo un comunicato stampa nel quale si parla genericamente di istituti di credito Maltesi e Sammarinesi. Quel che è certo è che i 7 malviventi nel mirino degli investigatori – 6 già arrestati, uno tuttora latitante – avevano messo in piedi un ingranaggio incredibilmente efficiente capace di fruttare in poco tempo circa 180 milioni di euro. Non poteva dunque che chiamarsi “La Grande Truffa” l’operazione portata a termine dalla Guardia di Finanza. Interminabile la lista dei reati contestati agli indagati: si va dalla falsità materiale ed ideologica alla sostituzione di persona, dall’estorsione alla bancarotta fraudolenta, alla truffa. Le aziende venivano raggirate attraverso fittizie interposizioni societarie, fatture emesse per operazioni inesistenti, documenti falsificati. L’organizzazione pare fosse ramificata in 11 regioni italiane e in alcune altre nazioni come Francia, Malta e – appunto – San Marino; si sospettano legami con la criminalità organizzata siciliana.
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