L'emergenza Coronavirus ferma le attività e rende il clima surreale. A San Marino Città, in centro storico, nel pomeriggio contrade deserte o quasi, Piazza della Libertà vuota, esercizi e alberghi perlopiù chiusi, compresi alcuni – come bar e ristoranti - che, in base al decreto legge n. 44 dello scorso 8 marzo, potrebbero rimanere aperti dalle 6 alle 18. Una scelta sia di coscienza, nella volontà di “stare a casa” per evitare il più possibile il diffondersi dell'infezione, sia dettata dallo scarso afflusso di clienti in questo periodo. Stesso trend in via Gino Giacomini, una delle strade principali del Paese.
Sulle porte dei negozi si notano gli avvisi di sospensione delle attività; in giro, qualche sparuto passante, pochi mezzi in circolazione, alcuni preferiscono parlarsi, dal terrazzo alla strada, per maggiore sicurezza. L'impatto sulla vita quotidiana dunque è tangibile, ma lo è anche la consapevolezza che le misure adottate siano indispensabili.
Restano, chiaramente, a disposizione degli utenti i servizi essenziali. Clienti accolti, però, con guanti e mascherine nei negozi di generi alimentari, regolarmente aperti ad eccezione del fine settimana. Lo stesso nelle edicole dove chi non rinuncia alla propria copia di giornale mattutina viene servito con le dovute precauzioni.
Le violazioni, come quella del mancato rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro, sono punite – recita il decreto - con la sospensione della licenza di esercizio per 30 giorni e una sanzione amministrativa di 2.000 euro. Per ora nulla di ufficiale, ma sembra che le forze dell'ordine abbiano già riscontrato delle irregolarità durante i controlli effettuati. Se ne saprà certamente di più domani all'esito della conferenza stampa indetta nella sede della Protezione Civile insieme ai Comandanti dei tre Corpi di polizia.
Nel video le interviste.