I Mancuso, gli Arena e i Giovinazzo sono clan devastanti, di punta della 'ndrangheta; i campani Stolder e Schiavone hanno plasmato il loro modo di condurre le attività criminali nientemeno che su Cosa Nostra; e ci sono tutta una serie di “reati spia” da non sottovalutare: “E' come avere continuamente la febbre – ha sottolineato Salvatore Calleri, Fondazione Caponnetto – e non prendere alcuna medicina per curarsi”. Sono questi i clan tracciati a San Marino e che secondo la Fondazione sono di primo piano. Attenzione poi, è il monito, a non cadere in quei luoghi comuni che negli anni hanno consentito alla mafia di perpetrare. Ad esempio “di mafia non si parla perché si rovina la reputazione di un territorio”. Errore gravissimo, ammonisce il report, perché non parlarne significa aiutare la sua espansione. Infine non esistono isole felici, in Italia o in Europa, dove la mafia in qualche sua forma non sia presente. Un errore di valutazione che oggi persiste soprattutto al centro nord. “Le organizzazioni criminali – si legge nel report – si muovono come moderne società commerciali prive di scrupoli, muovono immensi capitali. I loro settori sono i più vari, dai tradizionali traffici di droga e di armi per arrivare alle tratte di migranti, al traffico di rifiuti senza dimenticare usura, racket e riciclaggio di denaro sporco. Sono company arcaiche in quanto a forza bruta e modernissime in quanto a capacità attrattiva e d'infiltrazione nelle attività d'investimento”.
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