Uno spacciatore mette in conto l’arresto e non il sequestro di macchina ed appartamenti.
Nel tentativo di colpire l’aspetto più fragile e sensibile della malavita, la Guardia di Finanza di Rimini ha avviato un lungo e macchinoso servizio di controllo sulla situazione patrimoniale, bancaria e reddituale di alcuni spacciatori di medio livello, che entravano ed uscivano continuamente dal carcere.
Una operazione resa più difficile dal fatto che generalmente soggetti che mai hanno compilato una dichiarazioni dei redditi tendono ad intestare a parenti e familiari beni mobili ed immobili.
L’operazione ‘Dominus’, condotta dalla sezione mobile di polizia Tributaria e coordianta dalla Procura di Rimini, si è conclusa così -dopo lunghi mesi di indagini- con il sequestro di 3 appartamenti, 3 garage, 5 autovetture di lusso, 3 motocicli di grossa cilindrata, arredamenti di pregio e danaro contante per un valore di quasi due milioni di euro.
Ed è riuscita, dettaglio significativo, a rompere la maglie strette della ‘ndrangheta: una delle 6 persone coinvolte, 4 quelle denunciate per trasferimento fraudelento di valori, potrebbe infatti appartenere alla famiglia “Ursini”: all’uomo ed alla moglie, entrambi residenti a Rimini, sono stati sequestrati tre appartamenti fastosamente arredati, due auto e due motocicli. In attesa della confisca, sono stati affidati ad un amministratore giudiziario che ne curerà la conservazione.
Stesso trattamento sarà riservato anche ai beni sequestrati, ed intestati alle rispettive mogli, di due uomini di nazionalità albanese e al danaro sequestrato ad un sedicente imprenditore, italiano questa volta, di 53 anni.
Per attaccare i patrimoni illeciti la Procura ha applicato le norme emanate per contrastare la criminalità mafiosa.
Nel tentativo di colpire l’aspetto più fragile e sensibile della malavita, la Guardia di Finanza di Rimini ha avviato un lungo e macchinoso servizio di controllo sulla situazione patrimoniale, bancaria e reddituale di alcuni spacciatori di medio livello, che entravano ed uscivano continuamente dal carcere.
Una operazione resa più difficile dal fatto che generalmente soggetti che mai hanno compilato una dichiarazioni dei redditi tendono ad intestare a parenti e familiari beni mobili ed immobili.
L’operazione ‘Dominus’, condotta dalla sezione mobile di polizia Tributaria e coordianta dalla Procura di Rimini, si è conclusa così -dopo lunghi mesi di indagini- con il sequestro di 3 appartamenti, 3 garage, 5 autovetture di lusso, 3 motocicli di grossa cilindrata, arredamenti di pregio e danaro contante per un valore di quasi due milioni di euro.
Ed è riuscita, dettaglio significativo, a rompere la maglie strette della ‘ndrangheta: una delle 6 persone coinvolte, 4 quelle denunciate per trasferimento fraudelento di valori, potrebbe infatti appartenere alla famiglia “Ursini”: all’uomo ed alla moglie, entrambi residenti a Rimini, sono stati sequestrati tre appartamenti fastosamente arredati, due auto e due motocicli. In attesa della confisca, sono stati affidati ad un amministratore giudiziario che ne curerà la conservazione.
Stesso trattamento sarà riservato anche ai beni sequestrati, ed intestati alle rispettive mogli, di due uomini di nazionalità albanese e al danaro sequestrato ad un sedicente imprenditore, italiano questa volta, di 53 anni.
Per attaccare i patrimoni illeciti la Procura ha applicato le norme emanate per contrastare la criminalità mafiosa.
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