Quello che più colpisce tra i dati del primo anno di statistiche su questo fenomeno, non è una novità, ma va comunque a sfatare il consolante immaginario collettivo che vedeva il bruto o il violentatore appostato per strada. Più che il vicolo buio o la notte, il vero pericolo per le donne è la normalità. Anche a San Marino le statistiche rimandano ad una verità che trapela da tempo, ma che viene spesso rigettata per la sua crudeltà: degli 88 casi di violenza denunciati dal dicembre 2006 al novembre 2007, 41 si sono consumati in casa, nella coppia, nella famiglia. E vista la difficoltà che una donna manifesta nel denunciare chi ha amato, si ipotizza che le violenze all’interno delle mura domestiche siano molte di più: in un anno però in 23 a San Marino hanno avuto il coraggio di denunciare il marito, 11 il convivente, 2 il fidanzato, 3 il genitore, 2 il figlio. A questi dati si aggiungono i 13 casi di donne che hanno subito violenza dall’ex; forse per rendere l’idea basta dire che tra tutti i casi denunciati, solo in 8 non esistono gradi di parentela con la vittima. E neppure confini sociali o economici: le donne che hanno avuto il coraggio di denunciare episodi di violenza, fisica o psicologica sono perlopiù diplomate o laureate e con lavori gratificanti, una età compresa perlopiù tra i 25 e 45 anni. 30 i casi di minori coinvolti, se non direttamente, ma che comunque hanno risentito di un episodio di violenza, che non sempre è fisica: degli 88 casi denunciati, cinque sono sessuali, 64 violenza fisica, 46 psicologica. In aumento atteggiamenti persecutori definiti con il termine inglese stalking, 13 quest’anno, 5 i casi di violenza economica. Le denunce sono state raccolte in gran parte dalla Gendarmeria, e dal Pronto Soccorso. Il Telefono Rosa ha aiutato 17 donne.
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