“Nonostante l'appello per una proroga, la Segreteria di Stato all'Industria non ci ripensa e conferma al 30 giugno la scadenza dei termini per l'adeguamento delle aziende al codice ATECO”.
Così l'Unas che di recente si era fatta portavoce delle esigenze delle imprese artigiane, in difficoltà per ottemperare nei temi all’obbligo di convertire il proprio oggetto descrittivo in 'codice attività economica'.
“Ora i ritardatari – aggiungono - rischiano sanzioni da 300 a 5000 euro! Non riusciamo a comprendere tanta rigidità”. E rinnovano pertanto “la richiesta di proroga, magari più contenuta, o – in subordine – la non applicazione delle eventuali sanzioni fino al 30 settembre 2018”.
A stretto giro di posta la replica della Segreteria di Stato per l'Industria che in una nota conferma la decisione e rimarca l'importanza “di lavorare per un sistema normativo dove le scadenze, specialmente quando sono così protratte nel tempo rispetto all’emissione della normativa, possano essere rispettare dagli operatori senza richiedere continuamente proroghe”.
Precisa inoltre due elementi “indicati in maniera erronea nel comunicato di Unas”:
1) la semplice operazione di indicazione dei codici Ateco relativi all’attività sopra richiamata non richiede alcun ulteriore adempimento o allegazione di documenti;
2) le sanzioni sono previste solo in caso di mancata comunicazione, che sarebbe in totale violazione di legge, mentre NON vi sono sanzioni per una eventuale comunicazione errata o incompleta.
“L’Ufficio Industria, Artigianato e Commercio – assicurano infine - rimane a disposizione per ogni comunicazione e chiarimento relativo all’applicazione di questa normativa”.
Comunicato stampa UNAS
Il comunicato della Segreteria all'Industria
Così l'Unas che di recente si era fatta portavoce delle esigenze delle imprese artigiane, in difficoltà per ottemperare nei temi all’obbligo di convertire il proprio oggetto descrittivo in 'codice attività economica'.
“Ora i ritardatari – aggiungono - rischiano sanzioni da 300 a 5000 euro! Non riusciamo a comprendere tanta rigidità”. E rinnovano pertanto “la richiesta di proroga, magari più contenuta, o – in subordine – la non applicazione delle eventuali sanzioni fino al 30 settembre 2018”.
A stretto giro di posta la replica della Segreteria di Stato per l'Industria che in una nota conferma la decisione e rimarca l'importanza “di lavorare per un sistema normativo dove le scadenze, specialmente quando sono così protratte nel tempo rispetto all’emissione della normativa, possano essere rispettare dagli operatori senza richiedere continuamente proroghe”.
Precisa inoltre due elementi “indicati in maniera erronea nel comunicato di Unas”:
1) la semplice operazione di indicazione dei codici Ateco relativi all’attività sopra richiamata non richiede alcun ulteriore adempimento o allegazione di documenti;
2) le sanzioni sono previste solo in caso di mancata comunicazione, che sarebbe in totale violazione di legge, mentre NON vi sono sanzioni per una eventuale comunicazione errata o incompleta.
“L’Ufficio Industria, Artigianato e Commercio – assicurano infine - rimane a disposizione per ogni comunicazione e chiarimento relativo all’applicazione di questa normativa”.
Comunicato stampa UNAS
Il comunicato della Segreteria all'Industria
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