I fatti risalgono allo scorso 26 ottobre; e l'episodio ebbe una rilevante eco mediatica in ambito locale. Una studentessa riminese di 23 anni, infatti denunciò di essere stata stuprata e segregata in casa, per una notte, da un 54enne pakistano, titolare di un negozio di kebab nei pressi della stazione. L'uomo le avrebbe servito un panino per poi invitarla a casa sua, dove sarebbero avvenute le violenze. Dopo il ricovero al Pronto Soccorso, la giovane raccontò tutto alle Forze dell'Ordine. In quell'occasione il PM di turno dispose la denuncia a piede libero dello straniero. Ieri, su richiesta del Sostituto Procuratore Davide Ercolani, subentrato alle indagini per competenza specifica, gli agenti della Questura di Rimini, lo hanno arrestato – e condotto ai “Casetti” -, dando esecuzione ad un'ordinanza del Giudice per le Indagini Preliminari. Le indagini, infatti, hanno evidenziato la pericolosità del pakistano, che già il 3 settembre era stato rinviato a giudizio per un episodio analogo: anche in quel caso avrebbe sequestrato e violentato una donna. Il modus operandi, a quanto pare, era sempre lo stesso. Secondo il GIP di Rimini, il pakistano applica “uno schema criminale ben collaudato, basato sulle proprie capacità di persuasione, tese a conquistare la fiducia delle vittime”. Attirava le donne a casa per bere un thè. Una volta nell'appartamento, serrava l'uscio, impossessandosi della chiave, e costringeva le vittime a subire atti sessuali per tutta una notte, liberandole solo al mattino dopo.
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