Parola ai giovani, che puntano sulla comunicazione e sulla struttura capillare per riallacciare con l'elettorato perduto. “Manteniamo integrità – ha suggerito Silvia Santi – anche se fosse in contrasto con la maggioranza”. Da Fabio Toccaceli l'invito a ringiovanirsi, prendendo per mano le nuove leve. Appello accolto da Antonella Mularoni, che ha speso anche qualche lacrima, versione per lei inedita. I giovani incassano da Alberto Selva l'appellativo di “miglior movimento giovanile della Repubblica”: “Il nostro orgoglio – ha detto – in Consiglio e al governo”. Basta col clientelismo, è insopportabile, per Massimo Albertini Ap deve prendere nette distanze da chi antepone l'interesse privato al pubblico. O da chi si sottrae alle responsabilità, come sulla patrimoniale, dice, emerge che è la Dc a non volerla. Per Tito Masi è stata una catastrofe elettorale, “La metà dei nostri elettori ci ha abbandonato. Troppi errori, troppo appiattimento alla Dc. Abbiamo bisogno delle proposte di Ap, il programma di coalizione è altro, ma idee nostre ci identificano”. “D'ora in avanti – dice il candidato unico al coordinamento Nicola Renzi – dovremo spiegare anche cento volte la complessità di prendere una decisione al governo. Siamo entrati con intransigenza e rabbia, sono state confuse con arroganza e prepotenza. Così hanno vinto i vecchi mistificatori”. Mario Venturini ha invitato all'equilibrio, ok gli errori ma tanti i risultati raggiunti, magari andrebbero comunicati con toni e strategie diversi. Renzi guarda già oltre Bene Comune: “Non vuol dire cambiare subito – ha precisato – Non prima di ottenere i risultati che i cittadini chiedono”.
Francesca Biliotti
Francesca Biliotti
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