Sulle pensioni è in programma un'agenda fitta di incontri. Non poteva essere altrimenti considerando l'intenzione – confermata dalla Segreteria alla Sanità – di arrivare ad una riforma entro l'anno. Dopo il confronto con maggioranza ed opposizione è stata la volta di sindacati, associazioni consumatori e categorie economiche.
“Non è la riforma del secolo”, spiega Roberto Ciavatta, ma una serie di aggiustamenti per mettere in sicurezza un sistema che non regge più. I fondi pensione – è stato detto – possono resistere dieci anni. Nel 2050 entrerà a pieno regime la riforma previdenziale del 2011, con un riequilibrio fra entrate ed uscite. Non prima. Da qui l'urgenza di intervenire, per evitare gravi ripercussioni sulle future generazioni. Proiezioni che naturalmente preoccupano e che impongono l'azione, anche se Csu e Usl si dicono convinte che non basterà la riforma delle pensioni a mettere in sicurezza il paese. Esortano quindi il Governo ad aprire tavoli su altri temi altrettanto urgenti, come politiche di sviluppo e gestione del debito pubblico, “strettamente collegati l'uno all'altro” – afferma Giorgia Giacomini di Usl.
Uno sguardo d'insieme invocato anche da Luca Montanari della Cdls, critico sulle tempistiche: “Errore clamoroso – dice – voler chiudere entro il 31 dicembre. Non credo ci riusciremo”. L'Usl, dal canto suo, ribadisce disponibilità al confronto, purché nella garanzia non solo di tempi congrui, ma anche di interventi equi e graduali. “Tagli pesanti alle pensioni – avverte la Giacomini – porterebbero ad una forte recessione economica”, ed invita a rispettare principi di sostenibilità, tutela sociale e miglioramento del welfare.
Sulla riforma punta i riflettori la Csdl nel suo consueto appuntamento on line mentre è in corso il confronto con le associazioni datoriali, in attesa della bozza che dovrebbe essere consegnata al prossimo appuntamento, fissato tra una settimana.