Sulla riforma della vigilanza finanziaria in Europa non c'è accordo. La riunione dell’Ecofin a Lussemburgo non supera le divisioni sulla riforma della vigilanza bancaria, fortemente voluta dalla Francia, ma temuta dalla Gran Bretagna. Londra non accetta che sui rischi di sistema vigili la Banca Centrale Europea, e rivendica un ruolo più deciso per le banche centrali dei Paesi che non appartengono alla zona euro. D'accordo col Regno Unito sono Slovenia e Slovacchia. La Repubblica ceca, che alla fine del mese consegnerà la presidenza di turno alla Svezia, ha ribadito che la situazione economica resta difficile e che gli stati nazionali devono concordare le loro azioni a livello europeo. Ora la palla passa ai capi di Stato e di governo dell'Ue che il 18 e 19 giugno tenteranno di non far slittare la riforma. Ieri a Lussemburgo i ministri delle finanze europei si sono impegnati a consolidare i conti pubblici dei ventisette stati dell’Unione, non appena l’economia tornerà a crescere. E hanno escluso la necessità di ulteriori piani di rilancio economico. Confermata la volontà di invitare la Commissione europea a rivedere gli accordi sulla tassazione del risparmio con Svizzera, Liechtenstein, Andorra, Monaco e San Marino. Il Segretario alle Finanze, Gabriele Gatti evidenzia i negoziati aperti in questa direzione.
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