150 posti di lavoro persi negli ultimi 4 mesi. 66 le aziende che hanno tagliato il personale: dalla Viv Decoral alla Business&Holidays, che dopo 20 anni d’attività ha deciso di chiudere i battenti. Il grido d’allarme è stato lanciato dalla CSU secondo la quale “l’emorragia di posti di lavoro in Repubblica è dovuta più alla presenza di San Marino nella black-list italiana che alla crisi internazionale”. “Se imprese sane licenziano senza ricorrere alla cassa integrazione – avvertono i sindacati – è un chiaro segnale di sfiducia verso il sistema Paese, con il forte rischio che a tutto ciò segua la decisione di spostare la produzione oltreconfine”. Un quadro inquietante, in parziale contrasto con i dati diffusi dalla segreteria alla sanità. I numeri parlano di marzo 2009 come mese peggiore per l’occupazione a San Marino, con circa 1800 dipendenti in Cassa Integrazione, dovuta alla crisi di mercato. Un grafico altalenante, quello delle sofferenze nel mercato del lavoro, ma il trend sembrava positivo: a dicembre dello scorso anno il numero dei cassaintegrati era praticamente dimezzato. Ma se guardiamo al numero di aziende, che hanno fatto ricorso a questo ammortizzatore sociale, il discorso allora cambia. A maggio 2008 non erano neppure 20; nel fatidico marzo 2009 più di 140; per poi oscillare tra le 120 e le 150 fino ai giorni nostri, nonostante il costante decremento delle ore totali di Cassa Integrazione. Dati che, messi a confronto, sembrerebbero dire che, a soffrire maggiormente nell’ultimo periodo, sono le aziende piccole e medio-piccole.
Gianmarco Morosini
Gianmarco Morosini
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