Il problema - è bene sottolinearlo - riguarda esclusivamente gli operatori economici sammarinesi che importano od esportano merci dai Paesi extra-CEE: Cina, India, Stati Uniti e così via. Per gli altri nulla è cambiato. L’inghippo – di natura squisitamente tecnica - è sorto il primo luglio di quest’anno; quel giorno la procedura NTCS – cioè il sistema computerizzato per il transito delle merci, cui anche il Titano aderisce – è passata dalla fase 3 alla fase 4, che prevede l’obbligo, per gli operatori economici, di essere muniti del codice EORI. La sua funzione è velocizzare le procedure doganali, ma paradossalmente tutto ciò ha creato grossi grattacapi all’import-export sammarinese colto impreparato da questa novità.
Le autorità del Titano stanno correndo ai ripari. Ieri, alla Segreteria alle Finanze, si è tenuto un vertice cui hanno partecipato i membri dell’ufficio tributario, dell’ANIS e gli spedizionieri che operano in Repubblica. L’obiettivo, per evitare ulteriori disagi, è organizzare un veloce censimento degli operatori economici sammarinesi tramite uno scambio di dati tra gli uffici sammarinesi e le dogane italiane. Nel frattempo le aziende che più hanno urgenza di sbloccare le merci si sono mosse autonomamente. Ieri, 15 società, avrebbero ottenuto il sospirato codice EORI facendo domanda diretta alla dogana riminese.
Gianmarco Morosini
Le autorità del Titano stanno correndo ai ripari. Ieri, alla Segreteria alle Finanze, si è tenuto un vertice cui hanno partecipato i membri dell’ufficio tributario, dell’ANIS e gli spedizionieri che operano in Repubblica. L’obiettivo, per evitare ulteriori disagi, è organizzare un veloce censimento degli operatori economici sammarinesi tramite uno scambio di dati tra gli uffici sammarinesi e le dogane italiane. Nel frattempo le aziende che più hanno urgenza di sbloccare le merci si sono mosse autonomamente. Ieri, 15 società, avrebbero ottenuto il sospirato codice EORI facendo domanda diretta alla dogana riminese.
Gianmarco Morosini
Riproduzione riservata ©