Confermata l’importanza del tavolo tripartito, ritenuto il punto di partenza per adottare le misure necessaria per uscire dalla crisi, tutelare i posti di lavoro e rilanciare, su nuove basi, lo sviluppo del Paese. Ma sui contenuti il sindacato dice no alla richiesta dell’Anis di modificare l’articolazione dell’orario di lavoro in maniera unilaterale da parte delle aziende. Una pretesa inaccettabile, secondo l’attivo dei quadri sindacali. Una chiara volontà di rivalsa,afferma la CSU, e il tentativo dell’Anis di scaricare sui lavoratori il peso di una crisi che, se fosse tradotta in realtà, cancellerebbe una conquista ottenuta dopo decenni di lotta sindacale. Insomma, sulla flessibilità, le posizioni restano lontanissime. Incomprensibile, dice il sindacato, la rigidità di Assoindustria dal momento che nelle proposte di accordo si prevedono interventi economici a solo vantaggio delle imprese e a carico del bilancio dello Stato. Obiettivo irrinunciabile, per la CSU, raggiungere aumenti economici in grado di tutelare le retribuzioni dall’inflazione, rilanciare i consumi interni e contribuire così a far ripartire l’economia. Così come si chiede di prevedere, per due anni, il blocco delle tariffe delle utenze domestiche, delle rette degli asili nido e della casa di riposo. Al Governo la richiesta di predisporre una proposta di accordo equilibrata, distinguendo quel che serve al Paese da quello che l’Anis chiede. La trattativa prosegue, mentre partono le assemblee sindacali. Se gli ostacoli che non permettono un’intesa dovessero persistere, il sindacato anticipa iniziative di lotta più incisive.
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