Una visita di Stato che riapre un dialogo da sempre teso, “e che pone le basi della cooperazione tra Usa e Cina per i prossimi trent'anni”. Con queste parole Obama dimostra di voler dare una svolta importante alle relazioni diplomatiche fra i due paesi. Il presidente Hu Jintao è stato ricevuto con tutti gli onori che solitamente vengono dedicati ai migliori alleati. “Un rapporto più stretto tra Stati Uniti e Cina – dice Obama - aiuta a dare stabilità non solo in Asia, ma in tutto il mondo”. Hu Jintao propone quindi una nuova fase di collaborazione, con toni piuttosto ottimisti sui futuri legami con gli Usa. L’invito è a “lavorare insieme mano nella mano”, collaborando nelle nuove fonti di energia e nello sviluppo delle infrastrutture. Respinge però gli argomenti di Washington sulla necessità di rafforzare la valuta cinese, definendo il sistema valutario internazionale fondato sul dollaro "un prodotto del passato". Scottante più che mai il capitolo diritti umani. Solo una settimana fa, il Segretario di Stato Hillary Clinton criticava duramente la Cina, citando il Premio Nobel per la Pace Liu Xiaobo, in prigione dal 2008. Obama non poteva, dunque, far finta di nulla e lancia un appello per un maggior rispetto dei diritti umani, “perché – dice – le società sono più ‘armoniose’ quando vengono garantiti”. Intanto, fuori dalla Casa Bianca, dissidenti in esilio organizzavano manifestazioni di protesta denunciando il peggioramento, in Cina, delle condizioni dei diritti politici e religiosi.
Monica Fabbri
Monica Fabbri
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