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Cautela, tra i partiti, nel commentare la proposta di legge su soggiorni e residenze

16 ago 2007
Raffaele - Gualdicciolo via Nitella ore 16
Raffaele - Gualdicciolo via Nitella ore 16
E’ un testo non ancora conosciuto, da parte delle forze politiche, che per questo giocano la carta della prudenza e non si avventurano in commenti approfonditi.
Il primo avvertimento, in questo senso, arriva da Mario Venturini, coordinatore di Alleanza Popolare: “Il testo, fino a questo momento, è la proposta della segreteria agli Esteri e non del congresso di Stato, che ne ha solo preso atto. Potrà essere accettato così com’è, modificato o rifatto ex novo. Dunque non commento il contenuto, ancora tutto da verificare. Dico qual è l’idea di Alleanza popolare in proposito: non siamo per legare le residenze ad un modello economico che non ci appartiene e che altri hanno adottato, vedi Montecarlo. Non possiamo neanche permetterci di far collassare i servizi sociali aumentando a dismisura le residenze. Ciò detto, siamo per tutelare le professionalità esterne che arrivano a San Marino, sia elevate sia di bassa manovalanza”.
Pier Marino Menicucci, degli Europopolari, era stato il primo a dire no a quella che definisce la “montecarlizzazione” di San Marino. “I rischi e le conseguenze di una simile legge vanno valutati molto attentamente – sostiene – la discrezionalità presente nella vecchia norma dev’essere mitigata, magari con un maggiore peso dato alla comissione esteri, nella quale tutti i partiti sono rappresentati”.
E Giuseppe Morganti, Psd, riferisce quello che è il suo parere personale: “Alcune novità inserite arrivano da una proposta fatta dallo studio Ambrosetti che dovrà essere presa in considerazione, ma con cautela. Per quanto riguarda l’apertura delle frontiere non possiamo lasciare troppo spazio ad immobiliaristi che vengono qui solo per costruire, e non sono nemmeno molto d’accordo nel concedere la residenza a chi porta soldi. Però sono favorevole – conclude – nel dare alla popolazione un’opportunità di crescita, ma che sia una crescita reale, culturale, non legata ai soldi”.

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