La tensione sociale rischia di salire troppo. Il ritorno dei blocchi stradali preoccupa il Governo che invita le parti a ricercare con maggior determinazione l’intesa necessaria. Convocati per oggi, in due orari differenti, associazioni di categoria e organizzazioni sindacali, alle 15 le prime, alle 17 e 30 le seconde, per ricercare quel punto di mediazione che consenta di concludere le trattative. Già il Governo ha incontrato in via informale le parti: 'Siamo convinti – dichiarano i Segretari di Stato all’Industria e alle Finanze, che ci siano le condizioni di raggiungere gli accordi, se tutti metteranno in campo le capacità di affrontare i problemi'. “I posti di blocco sulle strade pubbliche sono forme irregolari di protesta, capiamo – spiega Felici – il momento di tensione ma non ci sentiamo di giustificarlo”. “Non è nostra intenzione però – gli fa eco Mularoni – veder prevalere i muscoli; non è con la forza né da una parte né dall’altra, che si risolvono le questioni. Si deve usare cervello”.
L’esecutivo non nasconde la sorpresa di vedere inasprirsi il clima proprio quando ha assicurato alle parti di volersi fare parte attiva nel confronto e non solo come mediatore. Certo nella trattativa si sono innestati aspetti importanti, come le riforme, direttamente correlati al rinnovo contrattuale, che di fatto hanno acuito i contrasti, ma i colloquio informali dei giorni scorsi avevano lasciato sperare nell’affermazione di un clima più sereno. “Sarebbe troppo facile – spiegano Mularoni e Felici - evitare di affrontare le riforme lasciando ad altri il compito di trovare le soluzioni. Ma il nostro senso di responsabilità non ci permette di rimandare la soluzione dei problemi. Certe riforme sono irrimandabili – aggiunge il Governo – e chi afferma il contrario o lavora per il contrario, non fa l’interesse del paese'. In particolare sulla riforma pensionistica, che più delle altre ha scatenato le reazioni del sindacato, la maggioranza si dichiara convinta che ci siano spazi di mediazione, e che la scelta di presentare una legge quadro vada proprio in questa direzione. La bozza che sarà presentata a fine mese ha già accolto le osservazioni delle organizzazioni dei lavoratori. 'Non è vero – polemizzano i due Segretari di Stato – che il sindacato non sapeva, che non era stato informato; non è vero che la riforma annunciata minerà i diritti acquisiti, non è vero che chi oggi ha 55 anni andrà in pensione più tardi del previsto'. Un tema, quello delle pensioni, sul quale il confronto si annuncia piuttosto impegnativo.
L’esecutivo non nasconde la sorpresa di vedere inasprirsi il clima proprio quando ha assicurato alle parti di volersi fare parte attiva nel confronto e non solo come mediatore. Certo nella trattativa si sono innestati aspetti importanti, come le riforme, direttamente correlati al rinnovo contrattuale, che di fatto hanno acuito i contrasti, ma i colloquio informali dei giorni scorsi avevano lasciato sperare nell’affermazione di un clima più sereno. “Sarebbe troppo facile – spiegano Mularoni e Felici - evitare di affrontare le riforme lasciando ad altri il compito di trovare le soluzioni. Ma il nostro senso di responsabilità non ci permette di rimandare la soluzione dei problemi. Certe riforme sono irrimandabili – aggiunge il Governo – e chi afferma il contrario o lavora per il contrario, non fa l’interesse del paese'. In particolare sulla riforma pensionistica, che più delle altre ha scatenato le reazioni del sindacato, la maggioranza si dichiara convinta che ci siano spazi di mediazione, e che la scelta di presentare una legge quadro vada proprio in questa direzione. La bozza che sarà presentata a fine mese ha già accolto le osservazioni delle organizzazioni dei lavoratori. 'Non è vero – polemizzano i due Segretari di Stato – che il sindacato non sapeva, che non era stato informato; non è vero che la riforma annunciata minerà i diritti acquisiti, non è vero che chi oggi ha 55 anni andrà in pensione più tardi del previsto'. Un tema, quello delle pensioni, sul quale il confronto si annuncia piuttosto impegnativo.
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