E' iniziato in Consiglio il lungo dibattito sull’istituzione di una commissione di inchiesta sulla vicenda Casinò, dopo l’approvazione della procedura d’urgenza con 54 si e 2 no. Primo a parlare è stato il consigliere Germano De Biagi, profondamente colpito dagli attacchi apparsi sulla stampa di possibili pendenze penali a suo carico. Presenta in aula i certificati penali di Bologna e Roma dai quali non risulta nulla, “si parla di commissione e rispunta il mio nome. Non capisco perché i problemi della politica si debbano trasferire nei problemi personali. Ci sono persone – aggiunge – che pescano nel torbido, quando la politica dovrebbe produrre leggi, non pettegolezzi.” “Come imprenditore è inevitabile correre dei rischi - conclude - e le vicende che mi chiamano in causa si riferiscono a 30 anni fa”. Per Gabriele Gatti è necessario fare chiarezza: “Non c’è alcun puparo che manovra gli articoli e le notizie in Italia. Ma bisogna dirlo se qualcuno, in cambio di qualcosa, ha promesso a grandi gruppi stranieri le potenzialità della Repubblica”. Gli risponde Alessandro Rossi, “mi fa specie che proprio il capogruppo DC sollevi questo problema, dal momento che fu proprio lui a perorare la causa della San Marino Giochi. Ma al momento si tratta di un processo alle intenzioni, non sono state fatte commissioni per episodi ben più gravi come la truffa "long drink". Fernando Bindi dice che "abbiamo palese violazioni tutti i giorni, senza dover citare Guzzanti. Predichiamo lo stato di diritto, ma in realtà mi sembra più lo stato dei dritti.” Sia maggioranza che opposizione si dichiarano comunque favorevoli alla Commissione. “Stiamo attenti – dice Monica Bollini – a non fare processi, ma comunque ad assumersi l’ eventuale responsabilità di una cattiva gestione della cosa pubblica”. Inevitabile poi l’accenno alla Giochi San Marino "sul cui libro paga, - si chiede Ernesto Benedettini – quanti siano i membri di maggioranza”. per Romeo Morri la società prospera tutt’ora, nonostante le polemiche. Il nocciolo della commissione resta – per Augusto Casali – "verificare l’esistenza di eventuali comportamenti non corretti da parte di esponenti politici sull’apertura di una casa da gioco". "In generale sui giochi d’ azzardo c’è stata una deriva dall’88 a oggi" per Massimo Rossini. "Gli anni novanta sono stati micidiali per il nostro paese – conclude Giuseppe Morganti – hanno portato al minimo la credibilità del nostro paese”. Nel pomeriggio si concluderanno gli interventi dei consiglieri e del governo dopodiché si passerà alla votazione.
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