L’esito referendario entra di prepotenza in comma comunicazioni e, all’avvio di questa seduta fiume del Consiglio Grande e Generale, tutti i gruppi e i singoli consiglieri commentano le scelte scaturite dalle urne. I sostenitori del si all’Europa puntano il dito sulle divergenze interne alla maggioranza rispetto al tema dell’Europa, su un quorum troppo alto e sul mantenimento di una legge che lo ha già modificato ma che è stata mantenuta per questa tornata, e soprattutto ritengono quello del rapporto con l’Unione Europea un problema tutt’altro che concluso. Diversa l’analisi di Alleanza Popolare che aveva lasciato libertà di voto e della democrazia cristiana che aveva indicato scheda bianca anche se era comune l’analisi che vedeva intempestivo il referendum, alla luce del percorso intrapreso da San Marino dal 2009. E’ questa, ripetono la forma di integrazione più adatta al nostro Paese, con il capogruppo della dc che rimanda al mittente ogni ipotesi di divisione interna alla maggioranza. Certo è, puntualizza Denise Bronzetti, che anche con un quorum più basso il referendum sull’Europa non sarebbe passato mentre quello “salvastipendi” si. Ma il primo intervento è stato quello della Reggenza che ha salutato l’Aula riproponendo le emergenze già sollevate nel discorso di ingresso. I Capi di Stato chiedono un impegno comune e senza precedenti per affrontare una crisi che sta avendo effetti molto pesanti sul bilancio dello Stato, sull’economia, sull’occupazione e sui cittadini. Alla politica la Reggenza chiede di ridurre la distanza che oggi esiste con i cittadini, recuperando quella base di consenso che è assolutamente necessaria per i cambiamenti che costituiscono l’indispensabile premessa per un futuro di benessere. Ai sammarinesi dobbiamo chiedere, sottolinea la Reggenza, un maggior impegno contributivo per il mantenimento dello stato sociale. Ma, afferma, dovremo riuscire a farlo in maniera assolutamente equa, chiedendo in relazione alla capacità contributiva di ognuno e rimuovendo quelle aree di privilegio che non possono essere più tollerate. La solidarietà tra i cittadini e tra le generazioni, rimarcano i Capi di Stato, resta un vincolo sociale indispensabile per la coesione della nostra comunità e per affrontare situazioni gravi. La solidarietà, dunque, quale caposaldo morale per attenuare le situazioni di maggiore difficoltà, quelle che investono interi nuclei famigliari che, dopo aver perso il lavoro, si ritrovano privi di qualunque fonte di reddito. A preoccupare la Reggenza è il clima di contrapposizione e di scontro sociale che sta caratterizzando il Paese. La difesa anche legittima di interessi di parte, afferma, non può avere il sopravvento sugli interessi generali della Repubblica. A fronte dei sacrifici chiesti alla popolazione, conclude, vanno risanati i conti pubblici e offerte ragioni di fondata speranza ai tanti sammarinesi in difficoltà.
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