Protagonista in Aula oggi è la legge sviluppo. Cavallo di battaglia di Civico 10, oggetto di ampio confronto con categorie e sindacati, fra la prima e seconda lettura ha subito diverse modifiche rispetto al testo originario ma ancora non convince l'Anis e la Csu che ne ha chiesto recentemente il ritiro. Anche l'opposizione si allinea e Francesco Mussoni, a nome della minoranza, invita la Segreteria Industria a sospendere l'esame del comma, per dare possibilità ai gruppi consiliari di esaminare il decreto delegato che – spiega - è “più ampio della legge e ci è arrivato solo due ore fa”. La richiesta viene bocciata. “E' alquanto bislacca – commenta Roberto Giorgetti. “Il decreto è stato consegnato come puro atto di cortesia, cosa mai fatta in passato. E una volta approvata, la legge non entrerà in vigore prima di due settimane”.
Si va dunque avanti, e la maggioranza evidenzia il clima costruttivo durante i lavori della Commissione. “Il confronto è stato lungo, approfondito e proficuo”, sottolinea Andrea Zafferani. “Quando è sereno – dice Alessandro Izzo– è più facile osservare le critiche e arrivare ad una sintesi”. Anche l'opposizione lo riconosce: c'è stato sì confronto, ma “più formale – precisa - che sostanziale”. Sebbene su alcune norme si sia trovata infatti adeguata sintesi, non è stata raggiunta la condivisione politica e sociale necessaria. “Normale arrivino critiche quando si vuole incidere in profondità”, spiega il Segretario all'Industria che ricorda le tante proposte accolte dalla maggioranza, compresi gli emendamenti dell'opposizione, alcuni dei quali nel progetto di legge targato Dc. Su alcuni punti ci sono visioni diverse, non solo politiche ma anche fra i sindacati e le imprese. Tra gli interventi ritenuti prioritari: la possibilità di assumere chi si ritiene più idoneo definendo incentivi e disincentivi che favoriscono l'assunzione di lavoratori residenti e di categorie "deboli; l'incentivazione fiscale e contributiva per le imprese già esistenti, legata a comportamenti virtuosi; una forma di residenza dedicata a quei piccoli investitori che aprono un'impresa a San Marino occupando lavoratori residenti. Per la maggioranza la legge semplifica la vita alle imprese, aumenta la loro competitività e migliora il processo di incontro fra domanda e offerta. Zafferani assicura massima disponibilità al confronto "anche sul Decreto come già fatto con la legge”. SSD parla di conquista sociale. “Finalmente – dice Alessandro Bevitori - si mette fine alla discrezionalità nelle aziende e alla disparità di trattamento fra sammarinesi e frontalieri. Si sanano poi le criticità in commissione lavoro “che per incertezza e tempistiche si era ridotto ad un mercato delle vacche”. Da Fabrizio Perotto anche il plauso al metodo, alla disponibilità di Zafferani al confronto.
Nella mia esperienza politica – afferma Marco Podeschi – non ricordo un confronto tanto approfondito, compreso con le realtà vicino a noi.
“Se è vero che non si è sottratto – dice Marco Gatti – il progetto di legge parte con un vizio di forma: non c'è stato un confronto preliminare sulle linee di indirizzo. Tanto che sindacati ed imprenditori, nonostante abbiano interessi contrapposti sul tema lavoro, sono dalla stessa parte nella contrarietà alla legge. Critica anche Denise Bronzetti. “Prima di agire sulle regole del mercato del lavoro – dice – occorre capire in quale direzione economica si vuole andare”. E sulla liberalizzazione del mercato del lavoro: le scelte vanno fatte fino in fondo, e non a metà.
Si va dunque avanti, e la maggioranza evidenzia il clima costruttivo durante i lavori della Commissione. “Il confronto è stato lungo, approfondito e proficuo”, sottolinea Andrea Zafferani. “Quando è sereno – dice Alessandro Izzo– è più facile osservare le critiche e arrivare ad una sintesi”. Anche l'opposizione lo riconosce: c'è stato sì confronto, ma “più formale – precisa - che sostanziale”. Sebbene su alcune norme si sia trovata infatti adeguata sintesi, non è stata raggiunta la condivisione politica e sociale necessaria. “Normale arrivino critiche quando si vuole incidere in profondità”, spiega il Segretario all'Industria che ricorda le tante proposte accolte dalla maggioranza, compresi gli emendamenti dell'opposizione, alcuni dei quali nel progetto di legge targato Dc. Su alcuni punti ci sono visioni diverse, non solo politiche ma anche fra i sindacati e le imprese. Tra gli interventi ritenuti prioritari: la possibilità di assumere chi si ritiene più idoneo definendo incentivi e disincentivi che favoriscono l'assunzione di lavoratori residenti e di categorie "deboli; l'incentivazione fiscale e contributiva per le imprese già esistenti, legata a comportamenti virtuosi; una forma di residenza dedicata a quei piccoli investitori che aprono un'impresa a San Marino occupando lavoratori residenti. Per la maggioranza la legge semplifica la vita alle imprese, aumenta la loro competitività e migliora il processo di incontro fra domanda e offerta. Zafferani assicura massima disponibilità al confronto "anche sul Decreto come già fatto con la legge”. SSD parla di conquista sociale. “Finalmente – dice Alessandro Bevitori - si mette fine alla discrezionalità nelle aziende e alla disparità di trattamento fra sammarinesi e frontalieri. Si sanano poi le criticità in commissione lavoro “che per incertezza e tempistiche si era ridotto ad un mercato delle vacche”. Da Fabrizio Perotto anche il plauso al metodo, alla disponibilità di Zafferani al confronto.
Nella mia esperienza politica – afferma Marco Podeschi – non ricordo un confronto tanto approfondito, compreso con le realtà vicino a noi.
“Se è vero che non si è sottratto – dice Marco Gatti – il progetto di legge parte con un vizio di forma: non c'è stato un confronto preliminare sulle linee di indirizzo. Tanto che sindacati ed imprenditori, nonostante abbiano interessi contrapposti sul tema lavoro, sono dalla stessa parte nella contrarietà alla legge. Critica anche Denise Bronzetti. “Prima di agire sulle regole del mercato del lavoro – dice – occorre capire in quale direzione economica si vuole andare”. E sulla liberalizzazione del mercato del lavoro: le scelte vanno fatte fino in fondo, e non a metà.
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