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Consiglio: a rischio l'ora di religione

25 ott 2013
Consiglio: a rischio l'ora di religione.
Consiglio: a rischio l'ora di religione.
La ratifica dell’accordo con la Diocesi sul trattamento economico degli insegnanti della religione cattolica viene bocciata con 21 voti contrari, 20 a favore e 2 astensioni. Prosegue invece l’iter istituzionale il progetto di legge – collegato all’intesa – che ora va in Commissione. Governo battuto in Aula su una intesa che ha visto intervenire a favore solo Mariella Mularoni della dc e Valeria Ciavatta anche se l’esponente di Ap, anticipando il voto a favore della ratifica, ha però polemizzato apertamente con il Segretario Morganti ricordandogli che in passaato, da giornalisti, si è espresso contro la stabilizzazione e adesso, afferma, porta avanti una sorta di legge del contrappasso. Molto critici Sinistra Unita, Rete e Civico 10. Non si tratta, dicono, di un’ora di storia delle religioni ma di un’ora di religione cattolica, questo è il problema. Una forzatura nel nostro ordinamento. Il Segretario Morganti, che quell’accordo ha firmato, adesso chiede un confronto interno alla maggioranza. Ci aspettano provvedimenti importanti, ricorda, dobbiamo sapere di poter contare sulla coalizione. Dopo il confronto sull'emergenza lavoro, con la disponibilità al dialogo ribadita dal Segretario Belluzzi su un progetto di legge che - ha detto - non è blindato, in Consiglio arriva, sempre in prima lettura, la disciplina delle licenzei. Modifiche sostanziali, quelle previste dal Segretario Arzilli, che introducono la possibilità di più licenze in capo ad un unico operatore economico, la riduzione dei tempi di rilascio della licenza, la distinzione tra sede operativa e sede legale, il part time imprenditoriale. San Marino, sottolinea Arzilli, deve essere letto dall'esterno sempre più come un paese virtuoso. Ricorda il caso Licenzopoli il Segretario all'industria. L'applicazione di una norma di buon senso era lacunosa e ha portato a violazioni di legge inaccettabili ancora oggi. Il Tribunale ha archiviato il caso affermando che "il soggetto non era consapevole del suo carattere vincolante nel momento in cui si presentavano false dichiarazioni”. Con questa decisione, sottolinea Arzilli, si è introdotto il principio che un operatore può essere ignorante di legge. Un capolavoro del Tribunale, ironizza Arzilli, uno scandalo del nostro Paese. La maggioranza saluta con favore un provvedimento atteso da tempo ricordandone gli obiettivi: snellezza, sburocratizzazione, attenzione ai controlli. L'opposizione apprezza le linee guida ma ritiene poco incisiva la volontà di un percorso virtuoso.

s.t.





L'intervista al Segretario alla Cultura Giuseppe Maria Morganti.

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