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Delrio: "Non sforeremo il 3%, senza riforme non temiamo voto. Per Renzi tweet e messa

23 feb 2014
Delrio: "Non sforeremo il 3%, senza riforme non temiamo voto. Per Renzi tweet e messa
Delrio: "Non sforeremo il 3%, senza riforme non temiamo voto. Per Renzi tweet e messa
"Non vogliamo sforare il tetto del 3%, non avrebbe senso e, tra l'altro, c'è un 3% del nostro Pil che non stiamo rispettando, quello da reinvestire in ricerca e sviluppo. Vogliamo andare in Europa dicendo che non siamo l'Italia che annuncia ma che fa". Lo dice Graziano Delrio a 'In Mezz'Ora', nella prima intervista da sottosegretario alla presidenza del Consiglio. "Al nuovo governo, aggiunge, serve tempo per affrontare la sfida". Ma tutto dipende dal cammino delle riforme: "Se il Parlamento ci sta, bene. Altrimenti, non è certamente Renzi che ha paura delle
elezioni"'. Tra le iniziative del governo, Delrio annuncia "un serio taglio del cuneo fiscale", l'ipotesi di tassare "certe rendite finanziarie e la legge sul conflitto di interessi". Sul gelo con Letta aggiunge: "Non abbiamo defenestrato nessuno, solo letture diverse. Nè complotti di potere e nè giudizi personali".
Matteo Renzi non vuole fare promesse, ma nella prima domenica da presidente del Consiglio fa sapere via Twitter che ce la metterà
tutta per ridurre l'Irpef. In cima al programma anche la lotta alla burocrazia, il taglio del cuneo fiscale, l'economia digitale, la spending review e la giustizia. Alfano si associa con un altro cinguettio: "Subito riduzione delle tasse su famiglie e imprese". Intervistato, Brunetta punge il ministro dell'Interno: "E' lui il punto debole di Renzi. Il premier? Voluto dai poteri forti". Dal canto suo l'ex sindaco, dopo il diluvio mattutino di tweet, se n'è andato a messa a Pontassieve con la famiglia ricevendo gli applausi dei concittadini.
Potessi votare liberamente senza mettere in discussione i rapporti col Pd voterei no'. Pippo Civati non riesce proprio a mandare giù il metodo Renzi, ma guai a parlargli di svolta personale: "Nessuna intenzione di lasciare i Dem". E neppure di scissione, ma con distinguo: "L'idea del nuovo centrosinistra esiste, ma non sarebbe un nuovo partito bensì una formazione trasversale: rimanendo nel Pd, ma cercando di tenerlo aperto". Di sassolini ne ha parecchi, a partire dalla nomina a ministro della Lanzetta che l'ha sostenuto alle primarie: "Delrio avrebbe potuto farmi una telefonata". E ancora una frecciata al premier, "C'è disagio nel partito, c'è più gente alle Scuderie (a Bologna dove ha incontrato i sostenitori) che alla Leopolda". Alla consultazione sul governo via web, il 50,1% ha votato per il sì alla fiducia contro il 38,5% per il no.

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