Una direzione durata ore, quella democristiana, per fare chiarezza all’interno del partito e nel rapporto con gli alleati. Nei molti interventi sono emerse diverse indicazioni sulla linea politica che deve seguire il partito in vista del congresso di fine novembre. Nessuno ha nascosto le difficoltà interne al patto, ma questo – hanno detto - non significa il suo fallimento. Anzi, la Dc evidenzia la necessità di rafforzarne l’azione e allo stesso tempo invoca provvedimenti urgenti ed un’azione ancora più incisiva di tutto il Governo. Per il coordinatore dell’ ufficio politico, Marco Gatti, non è tempo di schermaglie, in ballo c’è il futuro del paese e su questo percorso è ben accetto il contributo di tutti, anche al di fuori della maggioranza, purché senza secondi fini. Con attenzione si guarda al Partito Socialista Riformista, rimarcando che la sua azione si è distinta da quello che viene definito l’atteggiamento strumentale di altre forze. “La politica – afferma la Dc – deve dare risposte al Paese, superando un movimentismo politico, animato spesso da personalismi e da interessi di parte”. La Democrazia Cristiana vuole incidere di più, avere un ruolo di maggior peso, e prima di dividersi su nuove formule di governo – afferma si deve tener fede al mandato elettorale e agli impegni assunti con i cittadini”. “C’è una gran voglia di destabilizzare – commenta il segretario, Pasquale Valentini – più fondata sulla voglia antica di cambiare le formule di governo, senza risolvere i problemi”. Valentini riconosce una situazione di criticità, nella vita del Patto ma riconosce ad Alleanza Popolare il ruolo di perno della coalizione, rispondendo così alle critiche mosse da alcuni esponenti democristiani. “E’ presente la tentazione di provocare spaccature – afferma – ma c’è la volontà di tanti di evitare che questo accada”.
Giovanna Bartolucci
Giovanna Bartolucci
Riproduzione riservata ©