A scatenare il terremoto in casa DC, le dimissioni di Giuseppe Arzilli che, visto l’esito del Consiglio Centrale non ha perso tempo e consegnato nelle mani del Segretario Politico la sua lettera di dimissioni e restituito la tessera d’iscrizione, datata 1955. Dopo oltre 50 anni di militanza lascia il partito nel quale non si riconosce più: “mi dissocio –ha detto- da questo modo di fare politica”. In consiglio da 7 legislature, per 3 mandati reggenziali alla suprema magistratura, capo delegazione per anni a Strasburgo spiega di essersi sentito “usato dai cosiddetti amici” quando ha accettato di presiedere il Congresso Generale. Nella lettera Arzilli parla di un distacco definitivo dal Pdcs e fa riferimento a quei tempi ed ideali che anche il figlio Marco ha detto, un anno fa, di voler salvaguardare con un nuovo percorso politico. Parole che lasciano intuire un avvicinamento alla lista civica Noi Sammarinesi. Ma le sorprese in casa Dc potrebbero non essere finite. Molti i musi lunghi dopo le votazioni e le composizioni degli organismi. Nel gruppo consiliare più di uno, anche se a denti stretti, lascia intendere il ricorso ad azioni clamorose nei prossimi giorni.
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