La politica guarda avanti, al cambiamento possibile, con un occhio anche alle future alleanze, mettendo in fila – di qui alle prossime elezioni - questioni vecchie e nuove. Si parte dallo strappo di Rete, nel momento in cui – ricorda Emanuele Santi – l'azione di Governo “aveva perso la spinta propulsiva”; “la testa” del Direttore sanitario, Rabini come contropartita per restare al Governo? “Remava contro – accusa – non c'erano più le condizioni per lavorare”. “Scelta irresponsabile quella di Rete” - ribadisce invece Francesco Mussoni (Dc), noi abbiamo preferito una azione di responsabilità senza calcoli elettorali”. Non è d'accordo Matteo Ciacci, che nel rilanciare il progetto di Libera a sinistra – notoriamente divisa - e la sfida riformista, ha un'altra lettura: “se la Dc è andata avanti – dice - lo ha fatto perché il prossimo Governo non era pronto. Il “casting” di Via delle Salette adesso è aperto, ci sono molti 'cuscinetti' tra le forze politiche, ma se tutti rimangono divisi non c'è storia”- avverte. Non chiude le porte al dialogo a sinistra, Rossano Fabbri (Mis-Alleanza Riformista) pur credendo fermamente nell'appoggio accordato a questo governo. “La collaborazione a sinistra non può prescindere oggi da posizioni tattiche diverse nel quadro politico” – analizza Gerardo Giovagnoli (Psd), “ci sono evidenti difficoltà - ammette - nel riannodare i fili del dialogo. Ora è l'Europa il collante che tiene insieme questa maggioranza, ma servirà una convergenza, una ragione altrettanto forte anche per la prossima legislatura”. Parlare di schieramenti mette a disagio Nicola Renzi (Rf), a fronte di una situazione del Paese che definisce drammatica: “doveva essere la legislatura delle scelte ma non le ho viste, giustizia a parte”. E riscontra la totale mancanza di progetti di sviluppo. E' proprio sui provvedimenti per la Repubblica che intende ragionare DOMANI Motus Liberi, “per dare una identità forte – sottolinea Lorenzo Forcellini Reffi - al nostro sistema Paese”.
Ma il vero nodo resta la sanità. Che per Mussoni va riorganizzata a partire dagli orari, “l'ospedale al pomeriggio si svuota, è impensabile” – fa notare. Sostiene poi una libera professione spinta, la necessità di una visione e il coraggio di metterci mano”. “Basta con le lotte tra bande per il potere – tuona Fabbri - troppa politica nell'Iss. Bisogna riportare la sanità all'universalità di servizi per cui era nata”. Concorda Giovagnoli sull'eccesso di politicizzazione: “Non deve essere terreno di scontro politico”. Ciacci insiste sul recupero del rapporto di fiducia medico/paziente, attacca sulle lunghe liste d'attesa per le visite specialistiche, mette in discussione la figura di Bevere. Renzi cita la COT come “la cosa più lontana dalla nostra visione di sanità”. “Serve un piano coordinato – afferma Forcellini Reffi - non interventi spot”. Santi al contrario difende i risultati raggiunti nonostante emergenza Covid, difficoltà vaccini, problemi che si trascinano da 10 anni: plauso all'arrivo di 4 primari e ad una riforma pensionistica, spesso additata come 'riformina' “ma che porterà quest'anno – anticipa – 15-20 milioni”.
Da lunedì si torna in Aula consiliare: banco di prova l'assestamento di bilancio. In definitiva, tutti d'accordo che per dare gambe al cambiamento servano serietà, coesione, convergenze e dare alla politica gli strumenti per lavorare meglio; che per essere all'altezza la politica si debba necessariamente misurare con la sfiducia che attraversa la popolazione, da riconquistare con risposte ai problemi di ogni giorno.
Nel video l'intervista a Francesco Mussoni, Capogruppo Pdcs.