Tra una settimana esatta, domenica 20 ottobre, i sammarinesi saranno chiamati alle urne per votare due referendum e un gruppo di cittadini già annuncia la presentazione di un prossimo quesito referendario che mira all'abolizione del quorum. Questo perchè le modifiche alla legge referendaria, apportate recentemente in Consiglio attraverso una legge che era nata di inziativa popolare, secondo il gruppo di cittadini è stata sostanzialmente respinta. Dunque nasce il Gruppo per l'abolizione del Quorum al Referendum.
Il comunicato stampa
Il costituitosi gruppo di Iniziativa Referendaria per l'Abolizione del Quorum al Referendum, visto l'esito della PROPOSTA DI LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE DEL REFERENDUM E DELL'INIZIATIVA LEGISLATIVA POPOLARE, presentata recentemente all'esame del Consiglio Grande e Generale e sostanzialmente respinta dal Parlamento, coglie l'occasione della prossima tornata referendaria fissata per il mese di Ottobre per svolgere alcune considerazioni sul tema e comunicare alla cittadinanza le prossime iniziative:
In un momento particolarmente delicato per il futuro del Paese, nel quale si evidenzia tutta l'inadeguatezza della politica nel trovare nuovi percorsi di sviluppo e veri equilibri di equità sociale, la proposta di legge di iniziativa popolare si inquadrava in una modalità più avanzata di partecipazione dei cittadini alla gestione della cosa pubblica ed alle difficili scelte da operare per il futuro.
Tra i tanti strumenti di efficace coinvolgimento la scelta infine era caduta sulla riforma dell'Istituto del Referendum quale elemento fondante della democrazia diretta.
In una logica di forma snella e più avanzata di partecipazione i cittadini dovevano essere chiamati frequentemente ad esprimersi sui temi importanti per il futuro del Paese, attraverso una assunzione di responsabilità più larga e condivisa che non l'affidamento esclusivo della delega, ormai non più sufficiente, alla classe politica. Purtroppo il Parlamento non ha colto questa richiesta di partecipazione e di contributo positivo al Paese che era esplicito nell'iniziativa, ma si è chiuso a riccio come di fronte ad una minaccia alle sue prerogative che nessuno intendeva minimamente mettere in discussione. Non a caso la legge che ne è scaturita prevede il mantenimento del quorum anche se ridotto dal 32% al 25% , il che riporta al modello originario di circa 25 anni fa quando fu formulata la legge sul Referendum.
Questo segnale di arretratezza culturale della classe dirigente ostacola i percorsi utili alla ormai indispensabile crescita democratica del Paese, a maggior ragione alla vigilia di un importante appuntamento referendario (anche sull'Europa) che sarà svolto ancora con un quorum al 32%, con tutti i rischi e le difficoltà del caso.
Ciò considerato, si ritiene quanto mai opportuno attivarsi nuovamente per la necessaria riappropriazione della dignità e responsabilità di cittadini, per riportare l'Istituto del Referendum alla stessa considerazione e valore delle elezioni politiche, sottoponendo l'abolizione del quorum al giudizio degli elettori.
Il comunicato stampa
Il costituitosi gruppo di Iniziativa Referendaria per l'Abolizione del Quorum al Referendum, visto l'esito della PROPOSTA DI LEGGE DI INIZIATIVA POPOLARE DEL REFERENDUM E DELL'INIZIATIVA LEGISLATIVA POPOLARE, presentata recentemente all'esame del Consiglio Grande e Generale e sostanzialmente respinta dal Parlamento, coglie l'occasione della prossima tornata referendaria fissata per il mese di Ottobre per svolgere alcune considerazioni sul tema e comunicare alla cittadinanza le prossime iniziative:
In un momento particolarmente delicato per il futuro del Paese, nel quale si evidenzia tutta l'inadeguatezza della politica nel trovare nuovi percorsi di sviluppo e veri equilibri di equità sociale, la proposta di legge di iniziativa popolare si inquadrava in una modalità più avanzata di partecipazione dei cittadini alla gestione della cosa pubblica ed alle difficili scelte da operare per il futuro.
Tra i tanti strumenti di efficace coinvolgimento la scelta infine era caduta sulla riforma dell'Istituto del Referendum quale elemento fondante della democrazia diretta.
In una logica di forma snella e più avanzata di partecipazione i cittadini dovevano essere chiamati frequentemente ad esprimersi sui temi importanti per il futuro del Paese, attraverso una assunzione di responsabilità più larga e condivisa che non l'affidamento esclusivo della delega, ormai non più sufficiente, alla classe politica. Purtroppo il Parlamento non ha colto questa richiesta di partecipazione e di contributo positivo al Paese che era esplicito nell'iniziativa, ma si è chiuso a riccio come di fronte ad una minaccia alle sue prerogative che nessuno intendeva minimamente mettere in discussione. Non a caso la legge che ne è scaturita prevede il mantenimento del quorum anche se ridotto dal 32% al 25% , il che riporta al modello originario di circa 25 anni fa quando fu formulata la legge sul Referendum.
Questo segnale di arretratezza culturale della classe dirigente ostacola i percorsi utili alla ormai indispensabile crescita democratica del Paese, a maggior ragione alla vigilia di un importante appuntamento referendario (anche sull'Europa) che sarà svolto ancora con un quorum al 32%, con tutti i rischi e le difficoltà del caso.
Ciò considerato, si ritiene quanto mai opportuno attivarsi nuovamente per la necessaria riappropriazione della dignità e responsabilità di cittadini, per riportare l'Istituto del Referendum alla stessa considerazione e valore delle elezioni politiche, sottoponendo l'abolizione del quorum al giudizio degli elettori.
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