I rapporti in maggioranza sono tesi, il futuro del Governo incerto. La granitica compattezza dei primi anni solo un ricordo. Non sono state digerite le parole di Matteo Ciacci alla Festa dell'Amicizia. Il capogruppo di Civico10 ha indicato agli alleati la via: o bilancio condiviso o ritorno alle urne. C'è chi è sobbalzato sulla sedia gridando al tradimento. In questo fine agosto torna con forza l'appello alla responsabilità. A chiedere unità d'intenti, due giorni fa, anche il coordinatore del movimento Luca Boschi a cui ieri si è affiancato il capogruppo di SSD Giuseppe Morganti.
Non tutti in maggioranza sono però favorevoli all'ipotesi di elezioni anticipate, tanto meno per un futuro Governo di larghe intese. A fine mese il paese sarà sottoposto al giudizio di Fitch e per qualcuno aprire la crisi metterebbe a rischio il polo della moda – che necessita modifiche alla convenzione – e la commissione d'inchiesta sul Cis. Una partita, insomma, tutta da giocare. Sebbene l'aria in maggioranza sia pesante, nell'incontro di ieri non sono volati coltelli. È stato invece deciso di fissare nei prossimi giorni un incontro con la Dc, in quanto forza – dicono da RF – storicamente più preparata ad affrontare sfide complesse. Proprio Via delle Scalette oggi, in una nota, valuta positivamente le dichiarazioni di Ciacci e Boschi e ribadisce la necessità del passaggio elettorale per uscire dall'incertezza. “In maggioranza – commenta Matteo Fiorini – non è mai emersa l'ipotesi di elezioni in tempi brevissimi. Repubblica Futura non le teme – chiarisce – ma ritiene che prima di affrontare questi scenari sia dovere preciso e responsabilità di chi si è presentato alle ultime elezioni vincendole, di fare il massimo per raccogliere i frutti del proprio lavoro e dare al paese le risposte necessarie, specie alla luce di imminenti e importanti passaggi”.
Intanto, in SSD, c'è attesa per la Direzione di domani. “Spiegheremo il percorso che vogliamo portare avanti” - dice il Segretario di SSD Alessandro Bevitori. “Aprire una fase di responsabilità si traduce – continua – in un paese unito nell'affrontare l'emergenza. Se dall'altra parte – aggiunge - c'è chi antepone la crisi di governo, significa che non sta seguendo con la dovuta attenzione la fase straordinaria che la Repubblica sta attraversando in questi ultimi dieci anni”. Da Libera si alza poi la voce di Dalibor Riccardi, che riporta l'attenzione sui valori di un progetto nato – spiega – “per dare un netto taglio al cordone ombelicale fatto di interessi ed intrecci politici e personali con i mondi dell’imprenditoria e della finanza”. Parla di tentativi più o meno forti nel cercare di boicottarlo, con metodi – scrive - molto simili a quelli adottati dai “bravi politici” del passato, cercando di rallentarne la crescita dettando tempistiche e condizioni o provando ad intimidire con minacce i singoli rappresentanti istituzionali per le proprie dichiarazioni. Riccardi assicura che Res darà il massimo supporto al consolidamento di questa piattaforma, “che nasce da un sodalizio forte e coeso fra le persone che ne hanno gettato le fondamenta e nel conseguimento dei propri obbiettivi”.