Una legge che dia forza alla volontà degli elettori: è questo, per la maggioranza, l’obiettivo primario del testo di riforma della legge elettorale che il prossimo 23 aprile approderà in Consiglio Grande e Generale.
Se n’è discusso nella serata di ieri, nell’incontro pubblico organizzato dalle tre forze della coalizione, per illustrare i punti salienti del provvedimento.
"Non una legge per combattere l’instabilità e la frammentazione – hanno spiegato – ma uno strumento nuovo adeguato alle modificazioni non solo politiche ma anche sociali che hanno attraversato il Paese. Un testo che consenta agli elettori di scegliersi in piena libertà e con convinzione da quale maggioranza farsi governare".
A cento anni dalla prima legge sul voto, che porta la data del 1907, la Repubblica si appresta dunque a voltare decisamente pagina, con una normativa che aggiorna il sistema proporzionale, pur mantenendolo come punto di riferimento indiscutibile, ma prende spunto da alcuni aspetti normativi tipici del maggioritario.
"Un proporzionale avanzato", così è stato definito, per evitare che i giochi della politica possano ancora condizionare le scelte del paese.
"Ognuno di noi – hanno spiegato i relatori – ha fatto un passo indietro, ha ricercato un punto di convergenza significativo per garantire alla Repubblica nuove regole del gioco. Non è vero – hanno affermato – che sul voto estero si è glissato e non si è affrontato il problema. Chi lo sostiene è in mala fede. Molto – sostengono – è stato invece fatto per cercare di intervenire sulle ragioni che hanno generato le distorsioni e creato due fronti quasi contrapposti".
La legge prevede il ripristino dei seggi per gli elettori all’estero e adeguate norme per garantire l’informazione politica, per assicurare cioè a tutte le liste condizioni di parità rispetto agli elettori all’estero.
Citata anche la modifica all’articolo 394 del codice penale che cancella la responsabilità di chi è stato fatto oggetto di particolari attenzioni da parte dei candidati, per consentire di denunciare liberamente l’abuso e combattere comportamenti illeciti.
Poi ancora l’articolo 7 della legge sulla cittadinanza, la cui abrogazione è chiesta a gran voce dalla Consulta dei sammarinesi all’estero. Qui si è scelto di mantenere temporaneamente la norma introdotta, fino all’individuazione di una soluzione più adeguata.
Il confronto sulla nuova legge ha consentito di affrontare altri aspetti che caratterizzeranno il testo legislativo, come il premio di stabilità, introdotto per garantire fino ad un minino di 35 consiglieri per la coalizione vincente, prevedendo un secondo turno nell’eventualità non si raggiungano i risultati previsti.
"Una ipotesi, quella del ballottaggio – hanno spiegato i relatori – che riteniamo piuttosto remota, considerate le forme di incoraggiamento delle coalizioni preventive, che di fatto renderanno nulla questa opzione".
Infine il nodo dello sbarramento, della limitazione cioè della rappresentanza per le liste che alla consultazione elettorale non raggiungessero un numero sufficiente di seggi. Al momento resta un’ipotesi, non prevista nella legge, una possibilità della quale si sta discutendo.
Se n’è discusso nella serata di ieri, nell’incontro pubblico organizzato dalle tre forze della coalizione, per illustrare i punti salienti del provvedimento.
"Non una legge per combattere l’instabilità e la frammentazione – hanno spiegato – ma uno strumento nuovo adeguato alle modificazioni non solo politiche ma anche sociali che hanno attraversato il Paese. Un testo che consenta agli elettori di scegliersi in piena libertà e con convinzione da quale maggioranza farsi governare".
A cento anni dalla prima legge sul voto, che porta la data del 1907, la Repubblica si appresta dunque a voltare decisamente pagina, con una normativa che aggiorna il sistema proporzionale, pur mantenendolo come punto di riferimento indiscutibile, ma prende spunto da alcuni aspetti normativi tipici del maggioritario.
"Un proporzionale avanzato", così è stato definito, per evitare che i giochi della politica possano ancora condizionare le scelte del paese.
"Ognuno di noi – hanno spiegato i relatori – ha fatto un passo indietro, ha ricercato un punto di convergenza significativo per garantire alla Repubblica nuove regole del gioco. Non è vero – hanno affermato – che sul voto estero si è glissato e non si è affrontato il problema. Chi lo sostiene è in mala fede. Molto – sostengono – è stato invece fatto per cercare di intervenire sulle ragioni che hanno generato le distorsioni e creato due fronti quasi contrapposti".
La legge prevede il ripristino dei seggi per gli elettori all’estero e adeguate norme per garantire l’informazione politica, per assicurare cioè a tutte le liste condizioni di parità rispetto agli elettori all’estero.
Citata anche la modifica all’articolo 394 del codice penale che cancella la responsabilità di chi è stato fatto oggetto di particolari attenzioni da parte dei candidati, per consentire di denunciare liberamente l’abuso e combattere comportamenti illeciti.
Poi ancora l’articolo 7 della legge sulla cittadinanza, la cui abrogazione è chiesta a gran voce dalla Consulta dei sammarinesi all’estero. Qui si è scelto di mantenere temporaneamente la norma introdotta, fino all’individuazione di una soluzione più adeguata.
Il confronto sulla nuova legge ha consentito di affrontare altri aspetti che caratterizzeranno il testo legislativo, come il premio di stabilità, introdotto per garantire fino ad un minino di 35 consiglieri per la coalizione vincente, prevedendo un secondo turno nell’eventualità non si raggiungano i risultati previsti.
"Una ipotesi, quella del ballottaggio – hanno spiegato i relatori – che riteniamo piuttosto remota, considerate le forme di incoraggiamento delle coalizioni preventive, che di fatto renderanno nulla questa opzione".
Infine il nodo dello sbarramento, della limitazione cioè della rappresentanza per le liste che alla consultazione elettorale non raggiungessero un numero sufficiente di seggi. Al momento resta un’ipotesi, non prevista nella legge, una possibilità della quale si sta discutendo.
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