Tutto rimandato al Consiglio Centrale della prossima settimana, nel quale saranno affrontati i problemi di spaccature interne che la Democrazia Cristiana è stata chiamata ad affrontare precipitosamente dopo il Congresso generale.
Ma le intenzioni del segretario Pasquale Valentini, sono di lavorare nel frattempo per costruire insieme ai 14 esponenti democristiani che si sono confrontati con lui, proposte e soluzioni condivise da sottoporre al parlamentino.
Un incontro interlocutorio, dunque, quello che si è svolto in via delle Scalette e durato più di due ore.
Valentini ha ribadito le sue posizioni, altrettanto i firmatari. "Ci sono effettivamente delle differenze tra le due posizioni -ammette il segretario DC- nelle cause che hanno prodotto il problema poi emerso nel consiglio centrale di lunedì scorso. Ma a mio giudizio questa divergenza di opinioni non è decisiva nel cercare di capire la valenza politica di quanto sta accadendo".
La stessa mozione congressuale conclusiva andava nella stessa ottica del comunicato fatto dai 14 firmatari. E conclude con il richiamo a non prendere posizioni più dannose rispetto alla portata effettiva del problema.
Da parte loro sia i 12 rappresentati consigliari, sia gli altri firmatari, ribadiscono la necessità di dare vita a una costituente: "Non c'è stato alcun ritiro delle nostre posizioni nè alcun pentimento -ribadiscono- e non è esatta l'interpretazione che induce a credere in una fuoriuscita dal partito o l'esistenza di un nuovo soggetto politico". Cosa li ha fatti decidere a compiere questo passo è che "non si può pensare -conclude uno dei 14- che dopo 25 anni la Democrazia Cristiana sia ancora una creatura di Gabriele Gatti!"
Ma le intenzioni del segretario Pasquale Valentini, sono di lavorare nel frattempo per costruire insieme ai 14 esponenti democristiani che si sono confrontati con lui, proposte e soluzioni condivise da sottoporre al parlamentino.
Un incontro interlocutorio, dunque, quello che si è svolto in via delle Scalette e durato più di due ore.
Valentini ha ribadito le sue posizioni, altrettanto i firmatari. "Ci sono effettivamente delle differenze tra le due posizioni -ammette il segretario DC- nelle cause che hanno prodotto il problema poi emerso nel consiglio centrale di lunedì scorso. Ma a mio giudizio questa divergenza di opinioni non è decisiva nel cercare di capire la valenza politica di quanto sta accadendo".
La stessa mozione congressuale conclusiva andava nella stessa ottica del comunicato fatto dai 14 firmatari. E conclude con il richiamo a non prendere posizioni più dannose rispetto alla portata effettiva del problema.
Da parte loro sia i 12 rappresentati consigliari, sia gli altri firmatari, ribadiscono la necessità di dare vita a una costituente: "Non c'è stato alcun ritiro delle nostre posizioni nè alcun pentimento -ribadiscono- e non è esatta l'interpretazione che induce a credere in una fuoriuscita dal partito o l'esistenza di un nuovo soggetto politico". Cosa li ha fatti decidere a compiere questo passo è che "non si può pensare -conclude uno dei 14- che dopo 25 anni la Democrazia Cristiana sia ancora una creatura di Gabriele Gatti!"
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