In relazione a quanto apparso sulla stampa negli ultimi giorni durante i quali ero assente da San Marino e, dalla quale ho appreso di essere stato coinvolto, mio malgrado, in un’indagine di riciclaggio, ritengo doveroso ribadire la massima fiducia che nutro nei confronti della magistratura sammarinese avanti alla quale avrò modo di dimostrare la mia totale estraneità al reato contestatomi.
Il mio coinvolgimento nell’indagine, avviata su mia segnalazione, dalla Banca presso la quale lavoravo ed alla quale avevo riferito i miei sospetti in ordine all’operatività su di un conto sul quale evidenzio che sono stati accreditati solo assegni circolari “non trasferibili” provenienti da banche italiane e giustificati dalla presentazione di un regolare contratto di vendita di un immobile, è esclusivamente marginale ed è conseguente al fatto che da teste ho risposto con la verità alle domande del Magistrato inquirente.
Nell’arco di tre sole settimane, in un procedimento penale apertosi nel 2010 e nel quale mi è stato notificato per la prima volta in data 15 gennaio 2014 la convocazione per essere ascoltato come teste il 22 gennaio 2014, ed in data 13 febbraio 2014 sono stato rinviato a giudizio senza avere avuto la possibilità di dimostrare la mia estraneità al reato contestato.
Ritengo opportuno evidenziare che la correttezza professionale della Banca e la mia azione nell’agosto del 2010 hanno consentito alle nostre Autorità di aprire l’indagine e di porre sotto sequestro le somme presenti sui conti già dal dicembre 2010.
Le polemiche che sono seguite al mio infortunio professionale sono state utilizzate ingiustamente per una campagna denigratoria nei miei confronti e nei confronti del Partito che mi ha fatto l’onore di nominarmi Presidente del Consiglio Centrale il 9 gennaio 2014, sei giorni prima che mi fosse notificata la convocazione in Tribunale.
Quanti mi conoscono sanno che non ho mai percepito nulla al di fuori dei miei compensi, non ho mai favorito nessuno ed ho sempre operato nel rispetto delle regole perché nell’interesse della Banca.
Una indagine approfondita avrebbe messo subito in luce che grazie al mio operato si è potuto bloccare una truffa che stava per essere perpetrata;
sono però fiducioso che la Giustizia farà il suo corso e che la verità emergerà.
Per queste ragioni nella riunione, da me richiesta, della Direzione del Partito del 25 febbraio ho ritenuto doveroso presentare le mie dimissioni dalla carica di Presidente per evitare ulteriori strumentalizzazioni e per concentrare la mia attenzione sulla difesa in un processo in cui mi sento ingiustamente coinvolto.
Ringrazio le tante persone che, in questi giorni, mi hanno fatto pervenire le loro attestazioni di stima, fiducia e solidarietà in questo momento così difficile per me e la mia famiglia.
Il mio coinvolgimento nell’indagine, avviata su mia segnalazione, dalla Banca presso la quale lavoravo ed alla quale avevo riferito i miei sospetti in ordine all’operatività su di un conto sul quale evidenzio che sono stati accreditati solo assegni circolari “non trasferibili” provenienti da banche italiane e giustificati dalla presentazione di un regolare contratto di vendita di un immobile, è esclusivamente marginale ed è conseguente al fatto che da teste ho risposto con la verità alle domande del Magistrato inquirente.
Nell’arco di tre sole settimane, in un procedimento penale apertosi nel 2010 e nel quale mi è stato notificato per la prima volta in data 15 gennaio 2014 la convocazione per essere ascoltato come teste il 22 gennaio 2014, ed in data 13 febbraio 2014 sono stato rinviato a giudizio senza avere avuto la possibilità di dimostrare la mia estraneità al reato contestato.
Ritengo opportuno evidenziare che la correttezza professionale della Banca e la mia azione nell’agosto del 2010 hanno consentito alle nostre Autorità di aprire l’indagine e di porre sotto sequestro le somme presenti sui conti già dal dicembre 2010.
Le polemiche che sono seguite al mio infortunio professionale sono state utilizzate ingiustamente per una campagna denigratoria nei miei confronti e nei confronti del Partito che mi ha fatto l’onore di nominarmi Presidente del Consiglio Centrale il 9 gennaio 2014, sei giorni prima che mi fosse notificata la convocazione in Tribunale.
Quanti mi conoscono sanno che non ho mai percepito nulla al di fuori dei miei compensi, non ho mai favorito nessuno ed ho sempre operato nel rispetto delle regole perché nell’interesse della Banca.
Una indagine approfondita avrebbe messo subito in luce che grazie al mio operato si è potuto bloccare una truffa che stava per essere perpetrata;
sono però fiducioso che la Giustizia farà il suo corso e che la verità emergerà.
Per queste ragioni nella riunione, da me richiesta, della Direzione del Partito del 25 febbraio ho ritenuto doveroso presentare le mie dimissioni dalla carica di Presidente per evitare ulteriori strumentalizzazioni e per concentrare la mia attenzione sulla difesa in un processo in cui mi sento ingiustamente coinvolto.
Ringrazio le tante persone che, in questi giorni, mi hanno fatto pervenire le loro attestazioni di stima, fiducia e solidarietà in questo momento così difficile per me e la mia famiglia.
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