L’iter è ancora lungo; e non sono escluse battute d’arresto, specialmente quando si giungerà al confronto Governo-Autonomie. Resta poi l’incognita della tenuta dell’attuale maggioranza. Nonostante tutto Giulio Tremonti è fiducioso. “Sul federalismo l’impressione è che stiamo cominciando; in realtà il processo è quasi terminato”. Questo il commento del ministro alle Finanze sul primo via libera, dato oggi in Consiglio dei Ministri, al decreto attuativo del federalismo fiscale. A stretto giro di posta, però, l’altolà del presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani, che ha detto di non condividere ciò che è stato fatto dall’Esecutivo “per una questione di metodo e dunque di rapporti”. Ma cosa prevede – in sostanza - il testo licenziato oggi dal Governo? Innanzitutto una compartecipazione, fino al 45%, del gettito IVA alle regioni. La quota sarà assegnata – basandosi sui consumi - seguendo criteri di territorialità. Poi la possibilità di far salire l’addizionale IRPEF fino al 3%. Fondamentale il capitolo sanità. Per la definizione dei costi standard del settore saranno prese a modello 3 Regioni; includendo – oltre ad una “virtuosa” – anche una amministrazione del Centro e una del Sud. Arriva infine un fondo di solidarietà, tra le Regioni, per il finanziamento integrale della sanità, dell’istruzione, dell’assistenza e del trasporto pubblico.
Gianmarco Morosini
Gianmarco Morosini
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