'Siamo contenti che il senatore Guzzanti non voglia che San Marino diventi una Las Vegas, ma deve sapere che prima di lui sono i sammarinesi a non volerlo. Non c’è bisogno venga lui a dircelo'. Il Partito dei Socialisti e dei Democratici tuona dopo le dichiarazioni ascoltate ieri sera al Tg San Marino, nelle quali il Senatore di Forza Italia smentiva di aver mai dichiarato che qualcuno del Governo di San Marino avesse intascato tangenti da 4 casinò. Parole che stridono con quelle invece contenute in due agenzie di stampa e nel documento presentato in Consiglio Grande e Generale. 'Le sue affermazioni in TV – polemizza il Capogruppo, Claudio Felici – sono ancora più inquietanti: o il Senatore non sa quello che dice o c’è qualcosa che no torna'. Il PSD parla di una macchinazione politica 'messa in atto - spiega - nel giorno in cui il Governo si stava insediando' e mette in risalto la tempistica: troppo tempestivi i suoi interventi per non essere ispirati da qualcuno a San Marino. 'E’ inconcepibile - affermano Capogruppo e Presidente - che la Dc abbia chiesto al Consiglio Grande e Generale di sospendere la seduta sulla base di dichiarazioni rilasciate a Roma. E’ lesivo della nostra sovranità nazionale. Logiche politiche con le quali il nostro partito non vuole avere nulla a che fare. Che Guzzanti faccia o non faccia la sua interpellanza è del tutto irrilevante: una interpellanza tende a fare domande, richiedere chiarimenti, non dimostra assolutamente nulla'. Il PSD è critico anche sull’altro documento presentato, la lettera del presidente della Trillium Gaming, che a suo dire nulla dimostra: 'Sul Casinò la nostra posizione è nota e il programma di Governo è chiaro. Nessuno ha mai detto che la casa da gioco è un obiettivo da perseguire. Si è voluto semplicemente togliere dal sottobosco della politica un argomento di cui si parla da tempo, per portarlo alla luce del sole e fare l’elenco delle garanzie necessarie nel caso si volesse, un domani, avviare un percorso verso la casa da gioco. Le implicazioni sono diverse e attengono alla sicurezza, la trasparenza, l’opportunità, la gestione, i rischi di presenze malavitose e altro ancora'. 'Un piccolo Stato come il nostro – spiega Giuseppe Morganti – deve valutare seriamente il rischio che una simile struttura possa in qualche modo condizionare la sua vita democratica e riflettere sulla forza delle sue istituzioni di reggere tale rischio'. 'Questo paese – aggiunge Felici – non potrà mai avere un sistema economico che si basa sul gioco d’azzardo. Il Casinò dovrà, casomai, essere un tassello in un progetto più ampio della nostra offerta turistica. Farsi l’illusione che risolva i problemi del turismo porterebbe solo ad una grande delusione'.
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