Il primo atto è il deposito in segreteria istituzionale che prevede una marca da bollo ogni 4 facciate. Il valore bollato è di 10 euro per cui, facendo l’esempio di un quesito accompagnato da una relazione esplicativa delle motivazioni di 30 pagine, la spesa sarà di 20 euro. Il difficile viene poi dal momento che inizia la raccolta delle firme necessarie, dal giorno del deposito della domanda c’è un termine di 90 giorni. Firme che devono avere la dichiarazione di autenticità di un pubblico ufficiale, Solitamente un notaio che non dovrebbe percepire guadagno da questa attività, ma non è escluso che il comitato promotore decida comunque di pagarlo per il lavoro svolto. Alla raccolta si unisce anche una certa pubblicità dell’ evento, come serate pubbliche o volantini. L’utilizzo di alcune sale ha comunque un costo, per esempio l’ex international di borgo maggiore di 30 euro. Mentre non esiste più franchigia postale per l’invio di volantini ai cittadini sammarinesi per cui il comitato promotore deve spendere mille euro per questo tipo di pubblicità. Senza contare i manifesti che si affiggono per strada. Un aiuto a chi decide di intraprendere questo percorso di democrazia viene però all’atto della registrazione delle firme. Infatti all’ufficio del registro, proprio per i referendum, vige l’esenzione. Per cui non si paga nulla. Può accadere solo nel caso che dall’atto dell’ ultima firma alla registrazione passino più di 30 giorni, oltre quali scattano 10 euro di ammenda. Dopodiché la parola passa al collegio dei garanti, che deciso per l’ ammissibilità, farà si che il referendum giunga al voto e di conseguenza ad un rimborso per le spese sostenuto al comitato promotore
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