Sono parole dure quelle che la Reggenza indirizza all'Aula al termine del semestre. “I toni del confronto politico hanno oltrepassato i limiti della corretta dialettica democratica, sfociano in un attacco alle Istituzioni non giustificabile e soprattutto non costruttivo”. Questa conflittualità, aggiunge la Reggenza, non ha risparmiato nemmeno la suprema Magistratura dello Stato. “Se non abbiamo voluto dare seguito a episodi di contestazione pubblici nei nostri confronti, aggiunge, è stato per non esacerbare una conflittualità sociale che le istituzioni per prime sono chiamate a non alimentare”. I Capi di Stato chiamano in causa tutta la politica. “Non ci saremmo aspettate, dicono Mimma Zavoli e Vanessa D'Ambrosio, il pressochè totale silenzio dell'Aula rispetto a questi comportamenti. Se gli attacchi – anche feroci – sono tollerabili e giustificabili nell'agone politico, non uguale comportamento dovrebbe essere consentito nei confronti della Reggenza, organo sempre – e sottolineiamo sempre – super partes”. La Reggenza ricorda che l'obbligo di mantenere posizioni di imparzialità non può essere inteso come incapacità di comprendere o di non interessarsi ai reali problemi del Paese. Spesso tuttavia, prosegue, l'esercizio delle nostre attribuzioni è stato strumentalizzato per creare sospetti di insensibilità e discrezionalità. Torna protagonista, ancora una volta, il Regolamento Consiliare. Tutti sanno che non corrisponde più alle esigenze dell'Aula ma, rimarca la Reggenza, fino a quanto non verrà modificato e questo che va applicato. Quindi va accelerata la sua riforma perchè, come ricorda la Reggenza, “la capacità della politica di rappresentare il bene della comunità è dimostrata prima di tutto dalla produttività dei lavori consiliari”, Infine l'appello al dialogo. “Le contingenze non facciano scemare il senso di responsabilità e non offuschino la dignità dell'Alto ruolo che ricoprite” anche perchè sono tanti i provvedimenti che dovranno essere approvati con l'apporto di tutto il Consiglio: dalla tutela delle fasce più deboli, al rilancio economico del Paese, alla riforma del lavoro e del sistema pensionistico e previdenziale.
Sonia Tura
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