Europa e Fisco al centro dell’azione politica dei Sammarinesi per la Libertà, che confermano il loro impegno deciso su temi ritenuti fondamentali per il futuro della Repubblica: il primo per la sua autonomia, il secondo per lo sviluppo economico. Che l’adesione a pieno titolo non li suggestioni è noto da tempo: 'meglio – dichiarano – il mantenimento dell’accordo di cooperazione e unione doganale del 1992, magari aggiornato. I problemi di carattere amministrativo e burocratico che si trovano ad affrontare i piccoli stati che all’Unione hanno aderito – affermano – devono farci riflettere sull’opportunità e convincerci che non dobbiamo avventurarci con leggerezza su questi sentieri. Il nostro – aggiungono – è un no ragionato e motivato'. In tema di fiscalità i Sammarinesi per la Libertà confermano la volontà di ridurre la pressione e di perseguire una competizione fiscale al posto di una armonizzazione con l’Europa. 'Le aliquote – dichiarano – devono essere abbassate sia per le società che per le persone fisiche, arrivando a prevedere una “no tax area” per chi ha un reddito inferiore ai 12 mila euro. Poi – aggiungono – una politica di sgravio per le famiglie. L’imposta monofase deve tornare al 15 per cento, come pure l’aliquota massima per le società. Riduzione significativa anche per le piccole imprese e la persone fisiche, prevedendo maggiori detrazioni per chi ha un reddito basso'. Critiche inoltre vengono rivolte alle recenti legge sul commercio, sulle società e di abolizione del sistema concessorio, per le quali chiedono l’abolizione o, in subordine, la revisione.
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